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Se il Napoli avesse sostituito Cristiano Ronaldo con Asensio…

Come ogni fine mercato, il solito appuntamento con la panoramica sugli affari degli altri: gli affari “discutibili” di Marchisio, Caldara, Dalbert e Oslen.

Se il Napoli avesse sostituito Cristiano Ronaldo con Asensio…

Cambio di data

Fino al 2017 era il primo settembre. Quindi, anche nel 2016. Quest’anno è cambiata solo la data: 18 agosto, fine del calciomercato. E il Napoli sotto tiro, da parte dei suoi stessi tifosi, per quanto fatto sul calciomercato. Oddio, quest’anno anche i commentatori “neutrali” non giudicano bene la strategia conservativa di De Laurentiis, tanto che il Napoli di Ancelotti (!!!) è quinto nelle griglie scudetto della Gazzetta e della Stampa, giusto per fare qualche nome. Noi ripetiamo lo stesso percorso mentale fatto nel 2016 e nel 2017, anzi copincolliamo di nuovo la stessa frase. Ormai è un classico, un must: «Vogliamo cercare di capire e farvi capire che la giungla dei trasferimenti calcistici è, appunto, una giungla. Dove è facile perdersi, dove è facile sbagliarsi. Tutti, nessuno escluso. A ripetizione, a turno. Capita a chiunque. Eppure, solo qui a Napoli sappiamo essere non solo così severi, ma anche così disfattisti e negativi da ergere tutto a critica assoluta. A qualcosa per cui è meglio chiudere baracca e burattini e darsi al curling».

Ecco, ora che abbiamo assolto il nostro compito annuale, possiamo cominciare.

Juventus

Ronaldo e altri dieci, un colpo fantastico dal punto di vista tecnico ed economico. Poi Joao Cancelo, Emre Can, Perin, tutti i reparti rinforzati. Nulla da dire, chapeau, anzi applausi a scena aperta. Nel frattempo, però, succede che i bianconeri rescindono il contratto di Marchisio dopo 25 stagioni in maglia bianconera. Lo fanno perché il calciatore non dà garanzie tecniche e sanitarie da anni, solo che il Principino è la bandiera, è il simbolo della juventinità contemporanea, e viene letteralmente cancellato dall’organico. Un’assenza non di poco conto, anche dal punto di vista tecnico: Allegri ha cinque centrocampisti per tre posti teorici (l’anno scorso ha vinto il titolo con un centrocampo a tre uomini), uno in meno rispetto al Napoli (eresia!!!): Emre Can, Bentancur, Pjanic, Khedira e Matuidi. Ceduti l’adattabile Asamoah, Sturaro e cancellato Marchisio.

Ah, poi ci sarebbe quella cosetta Bonucci-Caldara, che proprio i tifosi bianconeri non hanno preso benissimo. Un difensore da 24 anni scambiato alla pari con uno di 31, una scelta per il presente e non per il futuro. Ma questo è un discorso strategico.

Inter

Tutto perfetto, squadra costruita linearmente, due uomini per ogni slot e la possibilità di variare dalla difesa a tre a quella a quattro con disinvoltura. Bravissimo Ausilio, Spalletti ha del buon materiale. Solo che, come tuttia Milano hanno dovuto fare delle scelte: e allora il terzino sinistro di riserva continua ad essere Dalbert, pagato 20 milioni lo scorso anno e che ha messo insieme appena 525 minuti in campo in Serie A. Sono stati potenziati tutti gli altri slot, in questo momento l’Inter ha quattro esterni difensivi: Vrsaljko, Asamoah, D’Ambrosio e Dalbert. Non c’è un errore, assolutamente. C’è solo la ovvia necessità di scegliere come e dove concentrare i propri investimenti. Suning ha scelto di farlo a centrocampo (Nainggolan) e in attacco. Ah, e poi ci sarebbe quel piccolo particolare per cui i due migliori calciatori dello scorso campionato, Icardi a parte, non sono stati riscattati. Parliamo di Cancelo e Rafinha. Sono stati “sostituiti” con nomi diversi, questo sì. Applausi. Al netto di quel piccolo vuoto normativo sulle plusvalenze, per cui il rispetto del Fair Play finanziario è stato garantito solo tramite la cessione dei giovani della Primavera. Ma non è certo colpa dell’Inter.

Roma

Basterebbe semplicemente scrivere Olsen per Alisson. Il portiere della Svezia e del Copenaghen – 28 anni e 46 partite internazionali tra il club danese, il Paok Salonicco e il Malmoe – al posto del miglior estremo difensore del mondo. Per noi (per noi!) è una soluzione interessante e intelligente, anche perché nel frattempo sono stati potenziati gli altri reparti. Pastore per Nainggolan è un colpo di genio tecnico, un tentativo di aumentare la qualità a disposizione di Di Francesco. Il resto della campagna acquisti: Marcano, Santon, Bianda, Zaniolo, Nzonzi, Cristante, Coric e Kluivert. Un solo calciatore affermato (Nzonzi), giovani e giovanissimi da verificare. Nessun’altra cessione illustre. A Roma non sono proprio soddisfattissimi. Si parla di Pallotta pappone, su alcune pagine social. Toh.

Napoli

Come ogni anno, anche il Napoli fa parte del nostro giochino. Sette acquisti, oggi Ancelotti ha a disposizione due squadre da calciatori non adattati: due terzini destri, due terzini sinistri (più Luperto), quattro centrali difensivi, sei centrocampisti e sette calciatori offensivi. Più tre portieri, tutti nuovi. Qualcosa che non va? Certo! Malcuit è un’incognita come terzino destro (ma non è un adattato come Maggio), la cessione di Inglese lascia “sguarnito” l’attacco (Milik, Mertens e Verdi, in ordine di adattabilità al ruolo di prima punta), è difficile immaginare un rientro a breve termine del vero Ghoulam. E poi, manca il bene(male)detto top player. Manca Cavani, che d’improvviso avrebbe risolto tutti i problemi della squadra (più che altro, avrebbe attenuato la psicosi-Ronaldo). Detto questo, un solo addio: Jorginho. Al suo posto, Hamsik e per estensione Fabian Ruiz. Ecco, forse qui c’è il vero dubbio finale, l’adattamento di Hamsik al nuovo ruolo ci pare un’idea suggestiva ma complessa. Rischiosa. Come tutto questo Napoli.

All’estero

Certo, apriamo anche una finestra sull’estero. Iniziando dal Real Madrid, che ha ceduto Ronaldo e non ha acquistato nessuno per sostituirlo. Il calciomercato è aperto fino a fine mese, per i club della Liga, ma sembra che Perez abbia deciso di puntare tutto su Isco e Asensio. Sulle risorse interne. Ha preso Vinicius, questo sì: 45 milioni di euro per un teenager. Al momento, Courtois a parte, è lui l’unico rinforzo per Lopetegui. Ci sarebbe poi il Psg, che ha ceduto Pastore e Yuri Berchiche e li ha sostituiti con Kehrer e Buffon. Ovvero, ha venduto un trequartista e un terzino sinistro per rimpiazzarli con un difensore centrale e un portiere. Anche Tuchel, altro nuovo tecnico, punterà sulle risorse interne.

In Inghilterra: il Manchester City ha acquistato solo Mahrez, il Manchester United (che a differenza dei cugini non ha vinto nulla) si è limitato a Fred e Diogo Dalot, e Mourinho non l’ha presa proprio benissimo. Il Bayern Monaco ha ceduto Vidal per sostituirlo con Goretzka (a costo zero!) e ha speso 10 milioni per Alphonso Davies, calciatore proveniente dal Vancouver. Ah, in panchina è arrivato Niko Kovac, ex dell’Eintracht di Francoforte. Come se il Napoli avesse assunto Giampaolo o Pioli.

Potremmo andare avanti ancora per molto, se solo non dovessimo chiudere con la stessa frase usata nel 2016 e nel 2017. Questa, che vale ancora oggi ed è oramai una tradizione: «Gli errori o presunti tali vengono commessi da tutti, da sempre. Anche a Napoli, ci mancherebbe. Eppure siamo in buonissima compagnia. Ieri, oggi, lo saremo domani. Nessuno è un marziano, tutti fanno scelte che possono essere subito giudicate come sbagli clamorosi. Prima che il campo dia il suo giudizio. Appunto, il giudizio del campo. Aspettiamo quello prima di buttare ancora e subito tutto all’aria. Obiettività, serenità. Diamoci tempo. E divertiamoci, prima di tutto. Che ci fa bene».

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