Meno investimenti in Premier e Liga, i top club che concludono poche operazioni con calciatori di contorno. I tifosi del Napoli e la realtà (oltre Cavani).
Da Ronaldo in poi
Quando la Juventus ha annunciato l’acquisto di Cristiano Ronaldo, in molti si aspettavano la reazione a catena. Una sorta di effetto-domino, col Real Madrid che piomba sul calciomercato e cambia di nuovo la geografia dei grandi calciatori, dei top player. Invece, niente. Unico effetto vero e verificato: Higuain al Milan, con Caldara, per un’operazione di finanza creativa che pulisce i bilanci del club rossonero e consegna anche Caldara alle cure di Gattuso.
L’ex centravanti del Napoli è uno dei pochi grandi nomi che si sono mossi questa estate, insieme a lui possiamo citare Lemar, Mahrez, Alisson, Fred, Nainggolan, Malcom. Nulla di impattante, però, nulla che abbia coinvolto i top club in affari di grande richiamo. Un anno dopo Neymar, c’è stata una crisi fisiologica o di rigetto: il Psg non ha fatto grandi acquisti, come il Bayern Monaco. Anzi, proprio ieri Kalle Rummenigge ha spiegato che Robert Lewandowski non è in vendita a nessun prezzo, il polacco era uno dei papabili nuovi acquisti del Real Madrid post-CR7. Addirittura il Manchester City ha acquistato solo un calciatore, tra l’altro seguito da tempo (Mahrez).
Il Napoli
In questo contesto, il Napoli ha assunto la propria posizione. Una posizione d’attesa, come abbiamo spiegato anche in passato. Il colpo in attacco, o comunque un grande colpo, era (e resta) legato ai movimenti dei grandi club, De Laurentiis deve accontentarsi di questo ruolo periferico, è una questione di fatturato come di appeal, del resto il Psg che non acquista un centravanti non può di certo cedere Cavani, giusto per fare un nome. Stessa cosa per un Real Madrid che decide di tenersi Benzema e di valorizzare Isco e Asensio come stelle della squadra.
Insomma, la condizione del club partenopeo è quella del vaso d’argilla in mezzo a quelli di ferro. Se si muovono i grandi, allora c’è il rischio di fare il botto. Altrimenti, tutto resta statico. È anche una questione di mercato interno: il Napoli deve vendere Callejon e/o Mertens per arrivare a un grande nome. Solo che Callejon e/o Mertens non possono finire in un club medio-borghese, ci vorrebbe un Chelsea o un Manchester United, club a loro volta fermi ad un mercato basico, conservativo, laterale (i Blues hanno acquistato solo Jorginho, i Red Devils hanno preso Diogo Dalot e Fred).
Cifre e prospettive
Mancano sette giorni alla chiusura del cerchio in Premier League. Mancano circa due settimane alla fine del calciomercato, la Premier chiuderà ancora prima le liste. La sensazione è che si sia vissuta una sessione statica, caratterizzata più dal protezionismo e dalla valorizzazione di certi patrimoni tecnici, piuttosto che dalla voglia di rischiare la rivoluzione. Ronaldo è (e resterà) il colpo più sensazionale, a meno che non ci sia un clamoroso (a questo punto più che mai) colpo di coda di qualche top club, che proverà a rispondere a questa operazione. Tra, l’altro, un affare costruito intorno a un calciatore di 33 anni, e proprio per questo bocciato da Rummenigge: «Il Bayern non avrebbe mai speso tanti soldi per un giocatore così avanti con gli anni». È una visione condivisa da molte altre società europee.
Basta fare un giretto su Transfermarkt e confrotnare le cifre: la Premier ha investito un miliardo di euro nelle operazioni in entrata, mentre l’anno scorso si è abbattuta quota due miliardi; la Liga ha toccato quota 653 milioni contro gli 854 della scorsa stagione. Insomma, non siamo alla recessione ma si è fatto comunque un passo indietro.
Oltre Cavani
In virtù di tutto questo discorso, è difficile incolpare il Napoli di immobilismo. Anzi, il calciomercato di De Laurentiis è – oggi più che mai – allineato a quello dei grandi club: innesti mirati rispetto alle necessità della rosa, preservazione dei profili migliori e completamento in atto. Con un terzino e il terzo portiere, l’organico di Ancelotti sarà al completo dal punto di vista numerico. C’è la storia dell’attaccante (che in napoletano si traduce in “Cavani e basta”), ma è fatta più di voci del deep web piuttosto che di una reale trattativa. Anche perché, torniamo sopra: se il Psg non acquista un sostituto di Cavani, per quale motivo dovrebbe (s)vendere Cavani? Solo per fare un favore a Neymar? Non ci sembra una motivazione valida, soprattutto per un club che ha l’aspirazione di vincere la Champions League.
Il Napoli che prende Batshuayi o Rodrigo, due profili alla portata, avrebbe comunque “toppato” l’acquisto di Cavani secondo alcuni. Questa è una visione miope, ingiusta, non calibrata sulla realtà. Sulla realtà di un mercato fermo, soprattutto per quanto riguarda le prime punte. Sono rimaste tutte al loro posto, meno Cristiano Ronaldo e Higuain. Il domino si è fermato al Milan, perché André Silva, Cutrone e Kalinic non possono scaldare i cuori degli operatori di calciomercato. Il resto è suggestione.