Un inizio di stagione a rilento, ora la possibile occasione a Torino: Mertens è un patrimonio su cui il Napoli ha investito molto.
Un impatto non pervenuto
Dries Mertens ha tutte le giustificazioni del caso, per la sua forma scadente. Ha giocato l’ultima partita della vecchia stagione sabato 14 luglio 2018, e l’11 agosto era già in campo a Wolfsburg (da subentrato). Insomma, non ha fatto la preparazione, è un giocatore lontano dai suoi standard di forma, si percepisce subito. Basta riavvolgere i nastri di questo avvio di stagione: il reale impatto di Mertens sul gioco del Napoli si è visto solo nei pochi minuti giocati contro il Milan. Un gol che nasce da Diawara e Allan, difficile da realizzare, certo, ma oltre il tiro in coordinazione complicata c’è stato poco altro in quella stessa partita. Poi, tante partite anonime. O meglio: nessuno di quei guizzi che hanno reso pericolosissimo, oltre che efficacissimo, il Mertens attaccante.
Ora si parla di lui in coppia con Milik, per la partita di Torino. È un’idea suggestiva, considerando anche l’impostazione del turn over che ha in mente Ancelotti. Insigne, dopo cinque partite consecutive da titolare, può restare fuori (non abbiamo usato deve perché non c’è certezza, ma la sostanza non cambierebbe molto). E allora ecco l’idea di ricomporre un tandem di cui il tecnico emiliano ha sempre parlato, in questi suoi primi mesi di Napoli.
Un’ottima intesa
Mertens-Milik, qualcuno lo ricorderà, era la coppia del secondo Napoli di Sarri. Con Callejon intoccabile a destra, la fine dell’estate 2016 fu segnata dalla crisi di prestazioni di Insigne e dall’affermazione di Dries come esterno sinistro del tridente, e di Arek centravanti al posto di Gabbiadini. Milan, Benfica, Dinamo Kiev furono affrontate e battute con questa formazione iniziale del reparto offensivo. Perché Mertens e Milik avevano un’intesa naturale, lavoravano sulle e con le stesse frequenze nello stretto, riuscivano a inventare dialoghi di alta qualità, la tendenza ad accentrarsi di Dries (più pronunciata e “aggressiva” rispetto al movimento a convergere di Insigne) era perfetta per l’impostazione fisica e l’abilità di tocco del centravanti polacco. Un esempio sotto, giusto per ricordare di cosa parliamo (è una gif che risale all’amichevole estiva contro l’Hertha Berlino, ma il senso del discorso non cambia):
Ecco, probabilmente Ancelotti ha in mente questa coppia – e queste giocate – da tempo. Lo abbiamo scritto sopra, perché molto spesso Carlo ha detto di vedere Mertens «tra le linee, dietro l’attaccante centrale». Contro la Fiorentina, nella sua prima gara da titolare, Dries ha fatto “l’attaccante centrale”, ovviamente a modo suo, rispetto alla frase che abbiamo appena scritto. Ma possiede le qualità per interpretare anche le altre attribuzioni. Anzi, per caratteristiche Mertens è una seconda punta decisamente più convenzionale rispetto ad Insigne, o quantomeno a quel Lorenzo Insigne che eravamo abituati a vedere prima che Ancelotti iniziasse a lavorare sulla sua trasformazione.
Tocca a Dries
Proprio in virtù di tutti questi concetti (che “chiamano” anche Verdi, terzo uomo in grado di lavorare come attaccante di affiancamento), Mertens deve rispondere alle sollecitazioni. Che sia Torino-Napoli o Napoli-Parma, il Napoli ha bisogno di Mertens. Per spaccare le partite, anche fin dall’inizio. Del resto, la forza di Dries è sempre stata questa: cambiare l’inerzia di un match con una giocata, con una lettura, con un’improvvisata che non è un’improvvisata perché in realtà sgorga letteralmente dal talento.
Certo, ci vuole brillantezza per incidere così. Dries ha il dovere di tornare ad essere una risorsa importante per il Napoli, che ha decisamente puntato su di lui in questa stagione. La conferma della “coppia” con Milik nel ruolo di prima punta – che ha portato anche al prestito di Inglese – presuppone un Mertens in grado di essere determinante. Da marcatore – come accaduto in Napoli-Milan – ma anche come giocatore in grado di accendere la manovra d’attacco.
Torino-Napoli può essere un’occasione, anche perché rievoca echi di un grande passato all’attaccante belga. I quattro gol del 18 dicembre 2016 sono ancora impressi nella memoria collettiva, nel girone di ritorno Dries realizzò un’altra rete. Insomma, ci sono le suggestioni giuste per firmare questo gran ritorno. Ancelotti ci starebbe pensando, sarebbe un’occasione importante per recuperare un giocatore fondamentale, amato dal pubblico, unico nel suo genere per caratteristiche tecniche.