Le polemiche per la burrasca di lunedì. L’ex assessore alla Protezione civile: «Il sindaco non si nasconda dietro l’alibi del codice giallo, i rischi erano tutti elencati»
La burrasca di lunedì
Il vento anomalo che ha ridotto in ginocchio la città, lunedì scorso, era ampiamente previsto dal bollettino meteorologico regionale di domenica: “I venti spireranno forti sud-orientali, molto forti sulle zone costiere, con possibili raffiche nei temporali”.
Lo ha scritto nero su bianco, sulla sua bacheca Facebook, l’ingegnere Edoardo Cosenza presidente dell’Ordine degli Ingegneri, nella serata di lunedì, aggiungendo che quel bollettino, pubblicato sul sito Internet, «lo ricevono tutte le istituzioni» e che «giallo era unicamente “l’avviso di criticità idrogeologica e idraulica”, e non mi sembra infatti che ci siano state frane o alluvioni. L’avviso Meteo è a parte, va letto e studiato, non ha colore».
L’ingegner Cosenza è stato assessore regionale alla protezione civile dal 2010 al 2015. A lui abbiamo chiesto qual è l’iter che segue un bollettino meteo prima di arrivare al Comune di Napoli.
«Il centro di tutto è la protezione civile regionale. Ogni regione ha i suoi dati che manda a Roma, alla protezione civile nazionale, che integra tutte le informazioni e, chiaramente, raccoglie anche quelle dell’Aeronautica Militare che ha i dati sul vento».
Venti superiori ai 100 chilometri orari
L’Aeronautica prevedeva, per lunedì, un vento superiore ai 100 km/h, che Cosenza conferma doversi considerare un vento eccezionale: «I numeri della scala Beaufort e delle altre scale sono chiari. L’Aeronautica prevede anche le raffiche, che durano pochissimo, ma fanno la differenza. I bollettini dicono “forte”, “molto forte”, eccetera, diciamo che da “molto forte” in poi c’è da stare attenti”.
Il bollettino dalla Protezione Civile nazionale, dopo essere stato pubblicato su Internet, viene inviato ai Comuni. «La protezione civile lo manda a tutti i sindaci – ci dice Cosenza – che sono i capi della protezione civile per legge. È il sindaco che deve valutare il rischio, insieme all’ufficio comunale preposto alla protezione civile, che lo coadiuva».
Il sindaco de Magistris dice invece che il bollettino della protezione civile regionale parlava di allerta gialla, cioè di criticità ordinaria e che di bollettini come quello ne vengono diramanti tanti durante l’anno. Era davvero così poco chiaro?
«Il bollettino non è solo il colore, i sindaci sono responsabili»
«Questa è una risposta che mi irrita – risponde l’ingegnere – Mica si possono indicare i bollettini con quattro o cinque colori ogni giorno! Ci sono tante variabili: incendi, vento, neve, sarebbe una specie di arlecchino ogni mattina. Il sindaco ha un ufficio di protezione civile che deve leggere le carte, magari integrarle con altri dati e poi decidere. Perché dovrebbe aspettarsi giallo su tutto?».
L’ufficio di protezione civile del Comune dovrebbe quindi essere in grado di leggere un bollettino diramato dalla Regione.
«Se sei il sindaco di una città e hai una responsabilità così grande, devi avere per forza un ufficio in grado di farlo perché puoi passare un grande guaio se il disastro è locale – dice Cosenza –. Mica possiamo pensare che il sindaco ogni mattina, camminando o prendendo un caffè al volo possa guardare il colore dei bollettini! Deve avere un ufficio che lo coadiuva, che fa i piani di protezione civile e che li aggiorna. Ogni comune ha le sue peculiarità: se c’è un pericolo di neve, bisogna spargere il sale antigelo per esempio. Non si danno le allerte e basta, ci sono un mare di azioni da fare, decine di alberi che dipendono da te che vanno controllati. Non è solo questione di interpretare un bollettino. Immagino che il Comune abbia una sala allerta h24, perché se succede un disastro di notte che facciamo? La Regione ha fatto quello che, di default, doveva fare; è il Comune che non ha recepito».
Cosa dice il sito della protezione civile
Abbiamo provato anche noi a dare un’occhiata al sito della Protezione Civile nazionale per capire meglio la procedura. L’iter delle previsioni meteo sembra essere spiegato molto chiaramente.
“Le previsioni meteo a fini di protezione civile sono elaborate dalle Regioni (dal Centro Funzionale Multirischio della Regione Campania, nel caso della nostra regione, ndr) e dal Dipartimento e vengono sintetizzate quotidianamente nel Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale”.
Sulla base degli eventi meteo previsti, ciascuna Regione e Provincia Autonoma valuta le possibili situazioni di criticità idrauliche e idrogeologiche e le invia alla Protezione civile nazionale che le fa confluire, come spiegato sopra dall’ingegner Cosenza, nel Bollettino di criticità nazionale/allerta prodotto quotidianamente dal Dipartimento. “È compito poi delle Regioni e delle Province Autonome diramare le allerte per i sistemi locali di protezione civile, mentre spetta ai Sindaci attivare i piani di emergenza, informare i cittadini sulle situazioni di rischio e decidere le azioni da intraprendere per tutelare la popolazione”, si legge sempre sul sito della Protezione civile.
Sullo stesso sito, compare un interessante documento, il modello 60, allegato 1, avente come titolo “Indicazioni per l’omogenizzazione dei messaggi del Sistema di allertamento nazionale: livelli di criticità e di allerta e relativi scenari d’evento”.
Il documento spiega che il colore (giallo/arancione/rosso) associato alla criticità (ordinaria/moderata/elevata) è una semplificazione rappresentativa dello scenario di rischio atteso ma che “all’adozione dei codici‐colore va ovviamente affiancata la definizione dello scenario di evento (fenomeno) e degli effetti e danni attesi”.
Gli scenari sono riportati nella “Tabella delle allerte e delle criticità meteo‐ idrogeologiche ed idrauliche”, contenuta nello stesso documento: in essa “sono individuati gli scenari corrispondenti a ciascun livello di criticità in relazione alle diverse tipologie di rischio meteo idrogeologico e idraulico atteso”.
A leggere la tabella notiamo che, nel caso di allerta gialla, quella cioè prevista per lunedì scorso, inerente al solo rischio idrogeologico, come chiariva il professor Cosenza, la colonna a destra indica i possibili effetti e danni, puntando il dito sull’“occasionale pericolo per la sicurezza delle persone con possibile perdita di vite umane per cause incidentali”.
Cosa prescrive il codice giallo
In particolare, dopo aver elencato gli effetti localizzati, la tabella elenca gli “ulteriori effetti in caso di fenomeni temporaleschi”. Tra questi: “danni alle coperture e alle strutture provvisorie con trasporto di materiali a causa di forti raffiche di vento; rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi (in particolare telefonia, elettricità); danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa di grandinate; innesco di incendio e lesioni da fulminazione”.
Tutti elementi contenuti nelle prescrizioni del bollettino diramato dalla Regione, che indicava i provvedimenti da prendere per il vento forte: “Prestare particolare attenzione a tutte le strutture soggette alla sollecitazione dei venti (pali della pubblica illuminazione, strutture provvisorie, gazebo, ecc.) e le aree alberate del verde pubblico”.
Le indicazioni c’erano tutte, nonostante il colore giallo, colore che come chiarisce il sito della protezione civile non può essere valutato a sé ma considerato in una più ampia visione.
Il codice della protezione civile dice, tra l’altro, che è “il livello di allerta, ancorché sia una allerta gialla, è sempre comunicato ai Sindaci e comporta per le Amministrazioni comunali l’attivazione delle procedure previste nel proprio piano di emergenza. Sarà comunque cura delle Amministrazioni comunali informarsi quotidianamente, compresi i fine settimana e i festivi, delle valutazioni e dei conseguenti messaggi d’allertamento emessi dalle autorità competenti, secondo le procedure stabilite autonomamente da ciascuna Regione e Provincia Autonoma, ai fini dell’attivazione delle misure previste dai propri piani di emergenza”.
Il Napolista ha chiesto all’Amministrazione comunale una replica a quanto affermato dall’ingegner Cosenza: qualora dovesse arrivare una risposta, naturalmente, la pubblicheremo.