Ounas ha dimostrato di avere buona tecnica e una dimensione ancora da chiarire, ma può essere una soluzione in più per il Napoli, contro certi avversari
Il gol, anzi due
Poco più di 100 secondi, e Adam Ounas aveva già segnato. All’esordio da titolare in Serie A, dopo aver fatto lo stesso in Europa League – anche se allora non bastarono 100 secondi. L’esterno francese ha questa capacità di colpire subito l’appassionato che lo guarda giocare, è uno che scatta e strappa e dribbla, uno che fa cose che piacciono a chi guarda la partita senza l’ansia tattica.
In realtà, però, Ounas è anche un calciatore che sa essere funzionale al suo ruolo di uomo offensivo. Ieri, oltre ad un gol bello e difficile – ne parleremo dopo – ne ha praticamente realizzato anche un altro, in apertura di ripresa. La sostanza delle cose dice che ha sbagliato la conclusione – e forse ha sbagliato anche a non servire il pallone al centro -, ma l’analisi di un allenatore deve tener conto del fatto che il buon Adam si sia presentato una seconda volta solo davanti al portiere. Per citare Zeman: il risultato è casuale, la prestazione no.
Allo stesso modo, questa frase può essere destrutturata: il primo gol di Ounas, un risultato, non è casuale. Dentro la giocata su Magnani, nel tiro di rimbalzo che ha freddato Consigli, c’è la doppia elica del giocatore tecnicamente avanzato, una sintesi di sensibilità di tocco e potenza. Poi c’è la scaltrezza di intervenire sul pressing, di andarsi a prendere quella palla, c’è il rischio calcolato di tentare un tiro complicato, per la coordinazione e la distanza. Come dire: quel pallone avrebbe potuto anche colpire qualcuno in curva, invece ha letteralmente bucato Consigli. È stato un gol da allenamento segnato in partita. Una soluzione che appartiene agli eletti del gioco.
Ounas è un calciatore
Detto questo, nessuno deve e/o può far scattare il trionfalismo di sorta. Adam Ounas resta un giovane di 21 anni (ne compirà 22 a novembre) con un’ottima qualità tecnica e una dimensione tattica ancora da inquadrare. Ieri Ancelotti l’ha schierato in un ruolo ibrido, sottopunta ed esterno offensivo a sinistra, Alfonso Fasano ha spiegato perché nella sua analisi tattica.
Più che il suo percorso evolutivo, va però segnalato il senso di questa operazione di Ancelotti. All’interno del suo turn over, grazie alla sua politica delle rotazioni, il tecnico del Napoli ha allargato la rosa del Napoli. Oggi Ounas è un calciatore perfettamente a suo agio nel ruolo di “alternativa del Napoli”, non a caso è uscito per fare spazio ad Insigne quando il match ha iniziato a prendere una brutta piega. Se avesse realizzato anche il 2-0, probabilmente, la partita si sarebbe indirizzata sui binari della tranquillità, il Sassuolo avrebbe fatto più fatica a costruire situazioni pericolose, il “Napoli 2” avrebbe vinto la partita con più tranquillità – e anche nel primo tempo sono state fallite tante occasioni.
Creare le condizioni
In questo contesto, però, va sottolineato come Ounas (insieme ad altri non titolarissimi) abbia dimostrato di poter vincere contro il Sassuolo. È il discorso fatto nel paragrafo precedente: un giocatore “alternativa del Napoli” gioca in una certa partita, anzi gioca bene e fa gol. Magari non diventerà titolare del Real Madrid o dello stesso Napoli, ma rappresenta una risorsa tattica in più. Un esterno destro o sinistro con caratteristiche diverse rispetto ai suoi compagni di reparto. Una figura che può servire al Napoli se il Napoli si serve di questa figura.
Ancelotti sta cercando di creare le condizioni perché tutti i giocatori dell’organico possano avviare un percorso di crescita. Ci sono partite in cui può succedere più facilmente che Ounas giochi e segni, così come ci sono altri momenti in cui servono Insigne e Allan (vedi sopra). Ma il nuovo approccio non ha preclusioni preventive, sviluppa la squadra attraverso gli esperimenti. E (ri)trova Ounas, prima oggetto misterioso e oggi giovane da scoprire. È già un deciso passo avanti.