Il Superclasico è finito 2-2. L’attrice nominata vice-presidente della Lega Pro di Calcio. Ventura si dimette dopo aver fatto un punto: ha raggiunto l’obiettivo
Commento alla 12esima giornata
Mano all’orecchio.
Ad ascoltare i pianti del Gordo espulso.
Sintesi di un campione immaturo che non divenne mai fuoriclasse.
Sintesi di scelte sbagliate, occasioni perdute, attese non concretizzate.
Cerca vendette il Gordo a quella destituzione estiva che ritiene oltraggiosa e strappa a Kessie il pallone del rigore.
E sbaglia. Come gli succede puntualmente alle occasioni cruciali.
Si scaglia contro il Toy Boy come il marito ferito si scaglia contro l’amante della ex moglie.
E disvela tutta la sua impotente consapevolezza a un destino perdente.
Bentornato fra i mortali, Gordo. Nessun rimpianto per te.
L’Atalanta stritola l’Inter
Mano all’orecchio di Gasp che stritola letteralmente l’ingestibile armata del Parapet.
È una disfatta invero sorprendente dopo le incoraggianti prestazioni più recenti.
Ed è una disfatta soprattutto per l’assetto difensivo, che pure si era rivelato fra i più efficienti e impenetrabili d’ Europa, ridicolizzato ora dalle incursioni del Papu e del ritrovato Josip Ilicic.
È tornato, Ilicic. E si butta alle spalle mesi di apprensione e di terrore per un misterioso male che gli impediva il sonno.
Quattro gol. Ed è un risultato bugiardo. Perché la Dea meritava un bottino più sostanzioso.
Quattro gol. Uno dei quali a firma di Gianluca Mancini, il difensore che sorprende.
Ventidue anni, toscano di Pontedera con un passato alla Fiorentina, è al terzo centro consecutivo.
Risultato che non lascia indifferente il suo omonimo Roberto che immediatamente lo convoca in azzurro.
Il fenicottero andaluso e il fiammante fiammingo
Non si doveva giocare a Marassi.
Non è questo il calcio.
Dopo un primo tempo irritante, l’Agnolotto fa fuori i polacchi tristi e inserisce il Fenicottero Andaluso e l’indispensabile Fiammante Fiammingo.
Saranno loro gli artefici della vittoria.
Ed è una vittoria importante, sporca, fangosa, raccattata da una compiacente pozzanghera di Marassi.
In partite come queste saltano tutte le motivazioni tecniche.
Tutto può succedere e tutto è determinato dal caso.
Il caso per una volta premia la squadra che meritava di più.
Per tenacia e determinazione.
Manchester
C’è poca roba da queste parti.
Tendiamo l’orecchio e affacciamoci oltre la Manica.
Clima elettrico a Manchester per la stracittadina.
Ma all’Etihad Stadium non c’è gara.
Troppo forte Pep.
Mou, ancora gongolante per il trionfo torinese, non riesce a neutralizzare il palleggio, le trame infinite, le azioni in verticale a velocità supersonica, dei Blou Moon.
In pratica non gli riesce niente.
Non gli resta che ammirare le magiche evoluzioni di David Silva e di Kun Aguero dai capelli d’argento.
E ammettere che di questi tempi fra le due di Manchester, la differenza è davvero abissale.
La Bombonera
Tendiamo l’orecchio e tuffiamoci nel magico clima della Bombonera.
È di scena il SuperClasico.
Il derby più caliente del mondo.
Il derby in cui la paura di perdere è più forte della speranza di vincere.
Il derby in cui la tensione sulle tribune è simile solo a quella degli istanti che precedono l’avvento dell’uragano.
Mai stato una partita come le altre.
Ma questa volta è qualcosa di più.
Questa volta è leggenda.
Boca e River, River e Boca, si giocano la finale Libertadores.
La finale che consegna lo scettro della migliore del continente.
Come mai non era successo, e come mai più potrà succedere.
In tribuna anche Leandro Daniel Paredes, fede Boca.
Pare che abbia di proposito cercato il rosso nell’ultimo match dello Zenit per saltare il Cska in programma oggi.
Finisce 2-2 dopo che il Boca era riuscito a scappare due volte.
Izquierdoz e Benedetto
Finisce in parità con i due boquitas Carlos Izquierdoz e Darío Benedetto che rischiano di essere tra i protagonisti in negativo.
Rischiano di venire prima odiati e poi, che forse è pure peggio, nell’indifferenza dimenticati.
Sono i due responsabili delle principali azioni che hanno portato il Boca a non andare più in là di un pareggio.
Carlos Roberto Izquierdoz al 62esimo vince un feroce duello aereo con Lucas Pratto, ex grifone.
Ma la sorte gli volta le spalle e manda la palla proprio nella sua porta, per la più beffarda delle autoreti.
E poi Dario Benedetto. Il Pipa fa quello che doveva fare.
Entra, e segna un bel gol riportando in vantaggio gli Xeneizes.
Poi però sul 2-2, proprio allo scadere, su un cross del subentrato Tevez, si divora un gol praticamente fatto calciando sciaguratamente addosso al portiere Armani.
I tifosi perdoneranno solo se fra 15 giorni al Monumental Los Bosteros avranno la meglio sugli odiati Milionarios.
L’attrice Cristiana Capotondi è stata nominata vice-presidente della Lega Pro di Calcio.
A sto punto non mi sorprenderei più di tanto alla notizia di Antonio Cassano scritturato come protagonista in un’attesissima edizione de “La commedia degli orrori” per la regia di Luca de Fusco.
Ventura si dimette dopo aver fatto un punto.
Ha raggiunto l’obiettivo.