La Gazzetta ci informa che Gonzalo è roso dai sospetti per la mancata espulsione di Benatia. Non sospettò di nulla quando Orsato graziò Pjanic
Con Orsato non gli vennero sospetti
Gonzalo Higuain è un uomo perspicace. A lui non sfugge nulla. Proprio come Fantozzi alla ricerca di prove per un eventuale tradimento della moglie. Al sesto anno in Italia, dopo due vissuti con la maglia dalla Juventus, è bastato un arbitraggio di Mazzoleni per aprirgli gli occhi sul sistema arbitrale italiano. Nei due anni bianconeri il buon Gonzalo non ha avuto il benché minimo sospetto.
La sera di Inter-Juventus, qualche mese fa, non si accorse di nulla. “Lei è un uomo piuttosto distratto” gli avrebbe detto Fabrizio De Andrè. Higuain non si accorse dell’arbitraggio di Orsato quando l’arbitro – anticipando di qualche mese Mazzoleni – dimenticò il regolamento e non espulse Pjanic per un evidente secondo fallo da ammonizione vista la sua entrata da karateka. No, allora, stesso stadio, Higuain non notò nulla di strano. Forse era troppo felice per aver segnato il gol del 3-2.
La falla nel sistema
A San Siro, domenica sera, invece, ha notato qualcosa di strano. Lo leggiamo oggi sulla Gazzetta dello Sport che ripercorre la serata di Higuain e scruta nei suoi pensieri. Scrive così la Gazza:
Non ha metabolizzato il pensiero dell’arbitro Mazzoleni che non voleva neppure andare a controllare sul video l’esistenza di un fallo da rigore. Ha avuto bisogno di essere sollecitato parecchio e quando ha mandato il Milan a tirare dal dischetto Gonzalo era soddisfatto, ma anche per plesso e frustrato, con una sensazione di disparità di trattamenti che gli è rimasta appiccicata addosso anche quando è rientrato nello spogliatoio dopo aver fallito il gol del pareggio.
Ma povero Gonzalo. Guarda un po’. Continua la Gazzetta: “Higuain, dicono quelli del suo entourage, ha scoperto che c’è qualche falla nel sistema”. Uh mamma mia. Che rivelazione. Il quotidiano si sofferma sul tormento di Higuain. Quell’attesa in occasione dell’assegnazione del rigore è stata per lui come la ricerca delle prove da parte di Fantozzi. Apri un mobile, poi un altro, la lavatrice, un cassetto, ancora un altro.
Il pensiero di Benatia rimasto in campo
“Non è stato quel cartellino rosso a fargli male – scrive la Gazza -. Quello che gli è pesato di più sono stati i minuti che hanno preceduto il rigore, ed è lì che è uscita fuori la sua rabbia. L’erosione dell’autocontrollo è cominciata lì, in quel tempo concitato con l’arbitro davanti al monitor. È il punto chiave della serata, perché l’idea di essere stati trattati in modo diverso è rimasta incollata ai suoi piedi e alla sua testa”.
Deve essere stata una sofferenza inaudita. Una di quelle scoperte che ti lasciano a bocca aperta. Nemmeno a Cagliari, sempre lo scorso anno, quando l’arbitro non vide il fallo di mani di Bernardeschi in area, Gonzalo si accorse di nulla. Guarda un po’ la combinazione.
Il pensiero del marocchino che restava in campo mentre, per Gonzalo, avrebbe dovuto chiudere la partita quando tutto ancora sarebbe potuto accadere, non gli usciva dalla testa. Con un uomo in meno, anche con l’errore sul rigore, magari Allegri avrebbe dovuto togliere una punta, avrebbe dovuto aggiustare qualcosa, c’era tanto tempo per rimediare. E nella notte per rimuginare su episodi passati, Higuain ha ripensato a tante battute degli amici napoletani sul sistema. Dal racconto di chi ha trascorso ore con lui a ragionare sulla partita emerge il ritratto di una persona serena, che sa di aver sbagliato, ma che pensa di aver percepito qualcosa di più grande del suo errore. E non lo dimenticherà tanto presto.
Zan zan.