«Con questa riforma, il Coni diventerà un tour operator. Vogliono trasformare questo Comitato, è un problema mostruoso a pochi mesi dalle Olimpiadi».
Il commento alla riforma di Giorgetti
Scriviamo da giorni in merito alla riforma dello sport del sottosegretario leghista Giorgetti, basata su diversi criteri di ripartizione dei fondi per le federazioni. Il Coni ha provato la strada del dialogo, ora però Malagò passa al contrattacco. Con toni forti, con parole durissime. Il numero uno dello sport italiano ha parlato così in cocasione del consiglio nazionale, queste le parole riportate da Repubblica: «Questa non è la riforma dello sport italiano, non c’entra nulla. Questo è un discorso in modo elegante di occupazione del Comitato olimpico italiano. Lo stesso fascismo, pur non essendo estremamente elastico nell’acconsentire a tutti di esprimere le proprie opinioni, aveva rispettato quella che era stata la storia del Coni dall’epoca della sua fondazione».
«Per la sua storia – prosegue Malagò -, il Cono non si merita questo trattamento. Il termine riforma è per chi vuole edulcorare la trasformazione. Per me, c’è la precisa, fortissima volontà della politica di trasformare il Coni: io sono in parte in causa perchè se si chiede all’oste come si mangia. Ma qui ci sono mostruose capacità e siamo il comitato più prestigioso al mondo, mentre con questa riforma diventeremmo l’ultimo comitato al mondo. Sarà solo un tour operator. È sicuro. Hanno chiamato la nuova società Sport e Salute spa, ce n’è tantissime in Italia, si occupano anche di massaggi…».
Le Olimpiadi ad un passo
Malagò attacca in relazione ai prossimi Giochi Olimpici: «Se questa riforma fosse iniziata a gennaio mi sarei dimesso contestualmente. Non avrei fatto il becchino né il notatio. E se dico che mi dimetto mi dimetto. Solo che io non abbandono la mia barca a cinque mesi dalle Olimpiadi del 2020. Non lo faccio, ma c’è una mancanza di logica in questo documento. Abbiamo fatto notare come la riforma non sia applicabile nel 2019. Ci è stato risposto che è per il 2020: peggio mi sento, nell’anno delle Olimpiadi. Io sono stato eletto per essere presidente di un altro Coni: questo Coni (come previsto dalla nuova legge, ndr) non lo accetto. Il problema è mostruoso, clamoroso».
L’ex presidente Mario Pescante attacca con gli stessi termini: «Questa riforma è un colpo di mano, perfino la legge del 1942 di Mussolini era molto più democratica. Di che cosa siamo responsabili per essere stati percossi in questo modo? Non ci illudiamo, la politica è già arrivata e in futuro non si discuterà affatto, c’è un signore che deciderà i contributi alle Federazioni».
La risposta del Governo
Immediata risposta di Giancarlo Giorgetti e Simone Valente (Movimento CinqueStelle) alle parole di Malagò: «Ci sorprende l’atteggiamento del presidente Malagò che sa bene che l’autonomia dello sport non è in discussione. Stiamo seguendo un modello d’eccellenza già in vigore in molti paesi d’Europa e del mondo. Molti sono con noi, ci incoraggiano ad andare avanti e così faremo con serenità, sobrietà senza personalismi sicuri di fare le scelte migliori per il bene dello sport italiano, che è l’unico obiettivo che ci poniamo
«Questo governo non fa leggi a favore o contro le persone, Malagò compreso – hanno scritto i due sottosegretari in un comunicato congiunto – ma rispetta il programma e il contratto che ha dato vita all’esecutivo. In questo senso stiamo prevedendo il coinvolgimento del Coni in quello che è il suo compito, cioè la preparazione olimpica e di alto livello».