I Falli da Dietro di Nello Mascia: il segno rosso in faccia come nel film Arrapaho, il Napoli, il Chievo e Sorrentino dei miracoli al San Paolo.
Commento alla 13esima giornata
Un rosso alla violenza.
Il maschilista mondo del calcio si sensibilizza contro la violenza sulle donne in una testimonianza opportuna e necessaria.
Un segno che il maschio, se esiste, dovrebbe incidersi sul cuore e nel cervello per sempre.
E non solo per un paio d’ore di passerella mediatica.
Dove tutto appare un po’ fuori misura e un po’ ostentato.
Solo colpa mia se di tanto in tanto i volti segnati di rosso di alcuni ragazzotti, mi appaiono buffi e mi inducono all’ilarità.
Solo colpa mia se nell’arbitro Doveri io veda il sosia perfetto di Jack la Cayenne.
Quel comico specializzato a ingozzare tazzine, per chi lo ricorda.
E ora, con quel segno sul viso, mi sembra irresistibile.
E allora il pensiero vola a sovrapporre questi protagonisti a quegli improbabili e sgangherati personaggi maldestramente vestiti e truccati da pellerosse in un vecchio irriverente filmaccio degli Squallor.
Si chiamava “Arraphao”, quel film che fu mitico negli anni della mia gioventù.
Il tempo se ne va, cantavano gli Squallor.
Con tutto il resto, per chi ricorda il contenuto di quella indimenticata canzoncina.
Il tempo se ne va. E se ne va anche la capolista.
Agli ergastolani basta un golletto forse in “regolare” fuorigioco del Toy Boy.
Anche lui in pennarello rosso-Arrapaho, nel tentativo di nascondere la terribile accusa di stupro che pende sul suo capo.
Il campionato se ne va
Il tempo se ne va e il Napoli non ce la fa.
Non mi addormentavo a una partita della Beneamata dai tempi di Bortolo Mutti.
L’Agnolotto esagera nei cambi e sbaglia tutto.
Confermando l’assioma un po’ ovvio che le riserve sono riserve. E se ce ne sono tante non riescono a far fuori manco l’ultima della classe.
Passi per la conferma della nota avvilente mediocrità di Ounas.
Ma la gara del Signorinello Pallido, quel polacchino dalle mille qualità del campioncino, è ancora una volta di una mestizia che accora.
Mai in partita, mai in grado di indovinare uno spazio.
Impressionante il numero delle triangolazioni non riuscite.
Impressionante il numero di corner calciati senza uno straccio di schema.
Ci si mette anche la cattiva sorte ovviamente.
Ventura, per esempio, non poteva aspettare un’altra settimana a lasciare?
E poi il palo sull’unica giocata degna del Pibe di Fratta, in irritante versione vacanziera da Nazionale.
E poi il palo sulla girata dell’Imperatore Nero nel finale.
Ci si mette anche un arbitro inadeguato. Che sorvola e irride al Var su una spallata in area ai danni di Lazarillo.
E poi ci si mette il solito Sorrentino da Cava immancabile eroe del San Paolo.
Siamo a novembre. Il campionato pare sia già andato.
L’Agnolotto consiglia di aspettare la fine dell’andata prima di tirare le somme.
Io intanto – forse in un eccesso di sconforto che passerà – ho sondato un paio di amici per un pokerino di fine settimana, che sostituisca le partite e stemperi la noia di un copione scontato.
Vediamo come va la Champions.
La Roma e Davide Giovinetto
Lo dicono anche i tifosi Sangue-oro dopo la scoppola del Dacia ad opera di Davide Nicola che ritorna con idee molto chiare. “Il nostro obbiettivo è sbranare gli avversari”.
Vediamo come va la Champions.
Il guaio è che la stessa cosa la dicono anche i tifosi merengues dopo lo scoppolone rimediato contro i baschi.
Lo dicono anche i Suninter. Gongolanti per l’ingaggio di Marotta e per aver fatto strame nientemeno che dei ciociari inermi.
Ringhio a muso duro contro il Ministraccio e lo invita a lasciar perdere il Milan e a pensare ai guai italiani.
Come dargli torto.
Se solo vogliamo limitarci al mondo del calcio pensi, il Ministraccio, a come eliminare la vergogna dei cori antinapoli una volta e per sempre.
Genova ferita alza la testa.
E quest’anno è a Marassi che si gioca il vero Derby d’Italia.
Tante emozioni. Ritmo altissimo e bel gioco. Finisce pari.
Anche grazie alle parate di Emilio Audero Mulyadi portierone piemontese di origini indonesiane.
Non succede spesso.
Ma quando succede è un dovere sottolineare l’evento.
A Tavagnasco si gioca Quincitava-Rivarolese, campionato piemontese esordienti 2006.
Sull’1-1 Riccardo entra in area e scivola.
Il giudice di campo (niente arbitri in questi tornei) assegna il rigore.
Davide Giovinetto, 12 anni, orecchie a sventola, nasino puntuto, occhietti vispissimi, va sul dischetto.
Ma lui ha visto benissimo che il compagno è inciampato.
Va sul dischetto e tira fuori. Di proposito.
Tutti ad applaudirlo e a lodarlo a fine gara.
E lui risponde così: “Il rigore non c’era. Non ho fatto niente di strano. Ho fatto solo la cosa più giusta”.
Eccola dunque la soluzione.
Se l’arbitro sbaglia. Se il Var non è chiaro.
Basta fare la cosa più giusta.
Saranno i ragazzini come Davide che salveranno il mondo.