La lettera a Palazzo Chigi è firmata dal direttore generale di Aspi: “ci riserviamo di adottare ogni azione a tutela dei propri diritti”
La Weico, la ditta che ha curato l’installazione del carroponte accanto al pilone 9 del Ponte Morandi, che era al lavoro nelle ore immediatamente precedenti il crollo del 14 agosto, fino alle prime luci dell’alba, non è indagata per il crollo del 14 agosto. Lo chiarisce la stessa azienda in una nota, spiega Il Fatto Quotidiano, dopo le perquisizioni e gli interrogatori di cui abbiamo raccontato ieri.
“Chiamati a collaborare alle indagini”
L’azienda spiega di essere “al momento chiamata, come tutte le altre ditte al tempo impegnate in cantiere, a collaborare nello svolgimento delle indagini in corso, avendo eseguito a regola d’arte i previsti, richiesti e approvati interventi di posa del carroponte, non ancora entrato in funzione alla data del 14.08.2018, giorno della tragedia”.
La Weico ha anche precisato di essere “un’azienda di assoluta competenza e riferimento su scala nazionale”.
Perquisizioni anche alla Pavimental
Ieri, intanto, scrive Il Secolo XIX, la Finanza ha perquisito anche la sede genovese della Pavimental la ditta che aveva il compito di eseguire i lavori di manutenzione del viadotto e che aveva appaltato, assieme ad Autostrade, i lavori per l’installazione del carroponte.
Anche la sera prima del crollo, insieme agli operai della Weico, erano impegnati anche quelli della Pavimental.
Anch’essa azienda del Gruppo Atlantia, da anni lavorava sul viadotto Polcevera per conto di Aspi – scrive Repubblica Genova – “e ultimamente, oltre a fare interventi di asfaltatura, ha eseguito lavori sui cordoli, sui giunti, di installazione e sostituzione delle protezioni”. Il procuratore Francesco Cozzi spiega che questa “è una delle società che per conto di Autostrade in passato ha lavorato di più su quel ponte e sappiamo che doveva fare dei lavori di protezione attorno ai cordoli”.
L’azienda stava facendo questi lavori? Li aveva già ultimati? E che tipo di interventi? Hanno contribuito a indebolire una struttura già compromessa dai tiranti corrosi? Sono tutte domande alle quali la Finanza cerca di dare una risposta.
I finanzieri hanno sequestrato carte, documenti, progetti e appalti per capire come avvenissero gli interventi sul ponte. In particolare, “nel mirino dei pm sono finiti i lavori straordinari, le chiusure e le regolamentazioni al traffico che avvenivano in maniera pressoché continua nell’ultimo periodo sul Morandi”. La Finanza ha anche acquisito le carte relative alla presenza dei new jersey e di altri elementi sulla carreggiata, oltre che quelle relative allo stato dell’asfalto.
Nessuno dei legali rappresentanti dell’azienda incaricata della manutenzione della rete autostradale è stato sentito formalmente dalla Guardia di Finanza, scrive Il Secolo, “ma non è escluso che alla luce della documentazione acquisita possano scattare interrogatori di dirigenti e anche di operai e addetti che hanno materialmente lavorato sul ponte fino alla sera prima del cedimento”.
Dalle carte sequestrate si cercherà di capire se qualcuno alla Pavimental durante i lavori si fosse accorto o meno di pericoli o situazioni di allarme sul viadotto e se questa criticità possa essere stata segnalata ad Autostrade.
La diffida di Autostrade al governo
Una chiara strategia legale. Allegata al progetto del nuovo ponte inviato al commissario Bucci, c’è una lettera in cui Autostrade diffida il governo dall’escluderla dalla ricostruzione: in essa la società dichiara di riservarsi “di adottare ogni azione a tutela dei propri diritti”.
A riportarlo è Il Secolo XIX.
La lettera è firmata dal direttore generale di Aspi RobertoTomasi ed è una dichiarazione chiara: se Autostrade fosse davvero tagliata fuori, come prevede il decreto Genova convertito in legge la settimana scorsa, non starebbe a guardare. A maggior ragione, spiega il dirigente di Autostrade, “tenuto conto che le cause del crollo sono ben lungi dall’essere accertate”.
Il progetto definitivo per la demolizione e ricostruzione “manifesta la totale disponibilità della società a cooperare con la struttura incaricata dal governo di gestire il ritorno alla normalità”, scrive Il Secolo. L’obiettivo dichiarato è di “ripristinare nei minori tempi possibili la funzionalità della viabilità autostradale”.
Autostrade afferma di poter ricostruire in nove mesi, al costo di 224 milioni, lo abbiamo già scritto e dichiara la sua disponibilità di ritoccare il progetto in funzione delle preferenze del commissario. Non solo, scrive Il Secolo, Autostrade mette per iscritto che “quanto prospettato, oltreché doveroso ai sensi della convenzione e rispondente agli obblighi dello scrivente, sia pienamente legittimo anche ai sensi del Dl 109 del 2018”. Ossia il decreto convertito che esclude la concessionaria da tutte le operazioni di ricostruzione.
Il punto di forza della concessionaria è sostanziale: non sono ancora arrivate risposte ufficiali e dettagliate alla lettera di invito emanata da Bucci: finora, quella di Autostrade è l’unica proposta formalizzata e strutturata presentata al commissario e questo punto, scrive il quotidiano genovese, “è molto delicato, nell’ottica di una battaglia legale”.
Aspi sui contributi alle aziende
Autostrade, intanto, in una nota pubblicata sul suo sito web, fa il punto sui contributi economici distribuiti a commercianti ed artigiani della zona arancione, quei rimborsi che hanno destato tante polemiche nei giorni scorsi.
La società dichiara di aver erogato, negli ultimi tre giorni, 343 contributi economici ad altrettante imprese, commercianti e artigiani.
“Le somme erogate non solo coprono le perdite registrate ad oggi, ma anticipano i mancati guadagni delle imprese locali fino al prossimo 15 febbraio 2019, tenendo conto dell’andamento delle vendite nel periodo natalizio e senza considerare i progressivi miglioramenti di traffico che si verificheranno grazie agli interventi sulla viabilità della zona. Il 100% delle richieste presentate sono state accolte e la totalità dei contributi sarà versata entro venerdì 23 novembre. Già da lunedì 26 saremo nuovamente presenti in via Gaz per proseguire questa attività di supporto incontrando altre imprese (ne prevediamo circa un centinaio) ed in ogni caso non ce ne andremo finché non avremo incontrato ed aiutato tutti i titolari” dichiara Massimo Iossa, dirigente di Autostrade per l’Italia e responsabile dell’attività di supporto alle imprese.