Sono in tutto 17: saranno analizzati dall’Empa di Dubendorf, uno dei laboratori più accreditati a livello mondiale. Autostrade ha provato ad opporsi
I reperti chiave per determinare le cause del crollo del ponte Morandi sono partiti stamattina per la Svizzera con due maxi tir. Lo racconta Il Secolo XIX.
Direzione Dubendorf
I reperti giungeranno a Zurigo, più precisamente a Dübendorf, località che dista dalla maggiore città della Svizzera appena quindici minuti di auto.
Oltre al reperto 132 di cui abbiamo già parlato, ce ne sono altri 16 che saranno inviati ad un “super” laboratorio svizzero tra i più quotati al mondo, che dovrà certificare lo stato di corrosione dei metalli contenuti all’interno dei tiranti del viadotto.
Questa mattina alle 7, due maxi tir sono partiti dall’hangar di via Perlasca alla volta del laboratorio federale Empa nel cuore della Svizzera, scortati da due pattuglie del primo gruppo della Guardia di Finanza. I militari, diretti dai colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco, accompagneranno il viaggio dei due super camion fino al confine di Chiasso, poi i mezzi verranno presi in consegna della autorità elvetiche.
L’Empa
Fondato nel 1880, il Laboratorio Federale di Prova dei Materiali e di Ricerca – conosciuto come Empa, nome che corrisponde all’acronimo tedesco – si è occupato per decenni soprattutto del collaudo dei materiali di costruzione.
Dal 1988 il fulcro delle sue attività è la ricerca applicata e lo sviluppo. È legato ai Politecnici federali. Collabora con l’industria privata e diverse istituzioni pubbliche.
L’Empa è presente in tre località (Dübendorf, San Gallo, Thun) e ha quasi mille dipendenti. Ha un budget di 116 milioni di franchi l’anno, coperto per i due terzi dalla Confederazione.
Ancora non si conoscono i tempi che i periti svizzeri impiegheranno per portare a termine le analisi.
I motivi della scelta
La scelta della Procura di portare questi detriti fondamentali in Svizzera e non farli analizzare, invece, in Italia come chiedevano a gran voce in queste settimane gli avvocati di Autostrade, nasconde sostanzialmente due ragioni. La prima riguarda proprio il conflitto di interessi: dagli accertamenti portati avanti in queste settimane dalla Guardia di Finanza è risultato pressoché impossibile trovare in Italia un laboratorio come quello svizzero che non avesse svolto consulenze o non avesse lavorato con Autostrade.
La seconda motivazione invece, riguarda l’altissima professionalità dell’Empa che è tra gli istituti più accreditati non solo a livello continentale ma addirittura mondiale.