Sotto accusa i difetti originari del viadotto e la cattiva manutenzione di Autostrade. Entro un mese la relazione dei periti del gip
L’Empa di Dubendorf lo conferma: il ponte Morandi era ammalorato in molti punti, compresi i tiranti. Era in cattivo stato, insomma.
È questo che emerge dai primi risultati delle analisi effettuate nel laboratorio specializzato di Zurigo sui reperti tornati ieri nell’hangar genovese.
Ammaloramento anche nei tiranti
Un report di oltre 120 pagine, scrive Il Secolo XIX, nel quale ci sarebbe la conferma degli ammaloramenti, e in particolare della corrosione dei tiranti e che dimostrerebbe, agli occhi degli inquirenti, “non solo che il cedimento è avvenuto per una rottura degli stralli” ma che quella lesione potrebbe essere collegata a manutenzioni carenti di Autostrade.
Il report punta infatti il dito anche “sulla qualità dei lavori di manutenzione realizzati durante gli anni, come quelli relativi al rinforzo del pilone numero 11”, scrive Repubblica Genova: bisognerà capire se il consolidamento realizzato nel 1993 abbia migliorato le condizioni del viadotto oppure, non essendo stati realizzati gli stessi rafforzamenti anche sulle pile 9 e 10, “lo abbiano, in un certo senso, irrigidito”.
Le carenze originarie del Ponte
I test svizzeri, d’altra parte, sottolineano anche le carenze originarie del Ponte, in particolare “l’impossibilità di avere il polso reale sulla tenuta dell’opera, senza condurre ispezioni dentro il rivestimento in cemento che proteggeva proprio gli stralli”, scrive Il Secolo XIX, aspetto critico che era stato segnalato dallo stesso progettista, Riccardo Morandi, in un dossier del 1981.
Altri 30 giorni per la relazione dei periti del gip
Il report dell’Empa è stato discusso ieri mattina nel consueto incontro del martedì tra i periti nominati dal gip Angela Nutini (Giampaolo Rosati, Massimo Losa e Bernhard Helsener LINK) e i consulenti di parte. Sulla base di esso, i periti del gip dovranno formulare la loro relazione finale, per la quale è probabile che chiedano una proroga di altri 30 giorni nell’udienza fissata per lunedì mattina per l’incidente probatorio.
I tecnici Aspi si oppongono all’uso dell’esplosivo
Sulla stessa scrivania, ieri, è arrivato anche un altro documento: il piano di demolizione consegnato dal sindaco Bucci in Procura lo scorso venerdì e trasmesso lunedì al gip, la quale lo ha subito girato ai suoi periti.
Gli unici ad essersi mostrati contrari alla demolizione con esplosivi della parte est del ponte, come previsto dal piano del commissario, sono stati i consulenti tecnici di Autostrade, “convinti che i monconi ancora in piedi possano dire cose molto interessanti ai fini dell’indagine” scrive Repubblica Genova.
“I tecnici fanno il loro mestiere”, commentano da Aspi, che conferma la volontà di ricostruire in brevi tempi, nonostante l’esclusione dal progetto. Ma se si dovesse procedere alla demolizione pezzo pezzo dei monconi senza utilizzare l’esplosivo le cose andrebbero necessariamente per le lunghe.