I giornali italiani raccontano il momento nero di Higuain: «Compagni insofferenti ai suoi rimproveri, Milan indeciso per il riscatto del cartellino».
Il caso
Gonzalo Higuain è nel mirino della critica. Due mesi senza gol, l’ultima marcatura risale al 28 ottobre, Milan-Sampdoria. Da allora, un lungo buco nero senza reti e con tante prestazioni negative. I giornali italiani analizzano la crisi del Pipita, partendo anche da fattori non esclusivamente tecnici. Ad esempio, il rapporto con i compagni.
Scrive la Gazzetta: «Fin dalle prime amichevoli in rossonero, in tanti avevano notato il vigore – diciamo così – con cui Gonzalo gestiva il rapporto con i compagni. La domanda era se dovesse arrivare un momento particolarmente complicato, che cosa succederà quando si comporterà così? Semplice, al di là delle dichiarazioni di facciata: alcuni compagni non sono evidentemente entusiasti di essere richiamati all’ordine platealmente una partita sì e una no. È il suo carattere, ma il confine fra trascinatore e accusatore spesso è molto sottile. Sacramentare visibilmente perché i palloni non arrivano come si vorrebbe – spesso non come dovrebbero, va detto – come dice Gattuso può stimolare qualcuno, ma deprimere qualcun altro. E nemmeno zittire un compagno, reo magari di replicargli, appare un’ottima idea. Soprattutto quando nessuno degli ultimi 32 tiri è finito nel sacco».
Il problema del riscatto
Avevamo già riportato, nelle scorse settimane, delle notizie in merito al possibile mancato riscatto del Pipita da parte del Milan. Sempre la Gazzetta scrive: «Gonzalo è stato sedotto e abbandonato dalla Juve. Le chiacchiere su un riscatto dei rossoneri sempre meno probabile col passare del tempo lo stanno innervosendo. Il rischio, nella sua testa, è quello di tornare in estate al mittente (da indesiderato, è chiaro): sarebbe un fallimento, per come era iniziata l’avventura al Milan. Gonzalo passerebbe in due anni dall’essere Mr. 94 milioni a un prestito da 18 non riscattato».
Un’interpretazione fatta anche da Repubblica, anzi da Aldo Serena intervistato dal quotidiano romano: «Il passaggio dalla Juve al Milan l’ha vissuto come uno shock. Da lui ci si aspettava che diventasse un riferimento non solo in termini di gol, invece sembra la versione col numero 9 di Bonucci. Si avvita su se stesso. Lui è uno che nelle partite decisive non c’è, ma nell’arco d una stagione 20 gol dovrebbe garantirli. E poi a 31 anni non dovrebbe più avere certe tensioni, in genere dopo i 25-26 un attaccante impara a gestire l’ansia».
L’insofferenza di Cutrone
Una tensione che finisce per influenzare anche i compagni, insofferenti all’intera vicenda. Ne scrive il Corsera: «Gonzalo appare isterico, stanco, lento, impreciso, prevedibile. Tanto da far dire al suo allenatore che “davanti facciamo il solletico”. L’impressione è che anche dentro lo spogliatoio qualche dinamica stia mutando, significativo che il giovane compagno Cutrone, peraltro parecchio scarico già di suo, al momento del cambio si sia rivolto verso la panchina chiedendo ‘perché io?’. Più che una domanda, somigliava molto a un’accusa verso il compagno di reparto. In attesa di capire cosa sarà del futuro dell’argentino, visto che la crisi non fa altro che alimentare i dubbi di Elliott sulla convenienza di sganciare i 36 milioni per riscattarlo a giugno».