A Casa Corriere: «La verità è che noi napoletani abbiamo voglia di lamentarci. Gli ultras me l’hanno giurata da quando facemmo arrestare chi alimentava il rapporto tra tifo e malviventi»
«Abbiamo voglia di lamentarci»
De Laurentiis è intervenuto a Casa Corriere appuntamento del Corriere del Mezzogiorno e ha rilasciato alcune dichiarazioni che sono state raccolte dal Corriere del Mezzogiorno e da calcionapoli24.
«Quando sento dire che nel Napoli non ci sono top player, impazzisco. E quando Cavani giocava con noi, che cos’era? Lo abbiamo preso che era una seconda punta nel Palermo e lo abbiamo trasformato. Come con Mertens che nel Napoli è diventata una prima punta da trenta gol e abbiamo in attacco un signore (Milik, ndr) che ha subito due infortuni e ha un rendimento altissimo. Quando ti offrono 95 milioni per un difensore (Koulibaly, ndr), di che cosa stiamo parlando? Che cos’era Higuain? Ha segnato tutti quei gol e ha anche sbagliato rigori che ci hanno fatto perdere una Champions. I top player siamo stati bravi a formarli e li teniamo a Napoli. Quando sento che il Napoli non ha top player, vorrei dire che a napoletani abbiamo voglia di lamentarci».
«Ho preso il Napoli dal fallimento, ho ricostruito da zero, non avevo alcun giocatore e non ho comprato l’Inter, la Roma o la Juve. Potevo chiamarlo Partenope, Campania».
Ha parlato dello stadio virtuale da sempre un suo cavallo di battaglia. Come il fair play finanziario: «Fu introdotto da Platini. Se lo applicassimo realmente, in molto non potrebbero iscriversi ai campionati. Sia in Italia sia in Europa. Forse siamo due o tre ad avere i conti a posto, solo io non ho debiti con le banche. De Luca mi ha aiutato, il Comune no».
Calciopoli
«Sono stato testimone del dopo calciopoli. Ho iniziato in serie c senza capire nulla di calcio eppure intorno a me sentivo puzza di bruciato. C’è ancora molta chiarezza da fare. Sono sorpreso di come molte persone che sovrintendono alla regolarità di un match rischino la loro rispettabilità e creino tanti fumi. Ho visto il derby di Torino, ho visto tutto. Ora siamo in un secondo posto consolidato, tutto può ancora accadere. Passo le nottate a rivedere le partite, in tv vedo la verità non come in tribuna autorità che non si vede un tubo».
Il San Paolo
«È uno stadio che grida vendetta, si doveva cominciare a lavorare quando siamo saliti di nuovo in A. Il Napoli è in Europa da nove anni; quando vengono le squadre straniere, mi vergogno».
«Napoli non è governata, forse eleggete le persone sbagliate. A Parigi ci sono 47 mila posti perfetti, per il contratto pagano un milione a stagione mentre ne fatturano cento. Auricchio il provolone vorrebbe tantissimi soldi da me. Hanno avuto il coraggio di chiedermi 1.8 milioni di euro.
«Sono andato una sola volta al consiglio comunale e mi è bastata, non ci metto più piede.
«Le città dovrebbero essere governate da un manager. Un sindaco non può prendere quattro mila euro al mese; se li dessi a Giuntoli, mi manderebbe a quel paese. Io voglio un manager che organizzi la città senza essere contrastato da un sindaco. La verità è che in questo paese nessuno va in galera, ed è un guaio. Io sindaco? Ma siete matti, per carità. C’è un sindaco così bravo. Se io fossi il manager di Napoli, parlerei con i napoletani per capire le loro priorità. Butterei giù via Marina e farei una roba nuova. Il lungomare è una promenade fantastica, sullo stile di Cannes. La metro è meravigliosa ma i treni passano ogni mezz’ora ma io non la prendo e questo non lo so. Napoli è meravigliosa, bisognerebbe sconfiggere la malavita con posti di lavoro. È una capitale estiva dell’Europa».
«Sarri lo scelsi io contro il parere di tutti. Tappezzarono la città di manifesti contro di me. Lui è stato bravo a farsi amare anche dalle frange più estreme. È un individualista, uno che ha sofferto sui campi di periferia; soffriva perché veniva esonerato dopo sei partite. Poi ha portato l’Empoli dalla C alla A e quando abbiamo perso 4-2 contro di lui ho pensato che fosse quello giusto.
«Mihajlovic non mi convinse perché era troppo energico e costringeva i calciatori a seguirli. Sarri mi sembrava un mite, ho poi scoperto che era troppo insoddisfatto dei suoi trascorsi. Per un comunista basare tutto sul dio denaro porta a una sindrome di insopportabilità. Per me era fuori giri, la moglie non poteva venire sugli spalti. Gli chiedevo chi comprare e rispondeva che non voleva saperne nulla. Con Ancelotti ho trovato un uomo sereno e disteso, con mille interessi, con il quale si può trascorrere una serata senza parlare di calcio.
«Una volta andai a Milano per parlare con Wanda Nara, ho offerto fino a 65 mln di euro ma poi non se n’è fatto niente.
«Personalmente, non ho mai sentito la mano della camorra. Per il capo della polizia, quel che accade sugli spalti non è prioritario. All’epoca della Iervolino mi chiusero lo stadio per squalifica. Facemmo arrestare chi alimentava i rapporti con tra tifo e malviventi. Da quel momento i tifosi me l’hanno giurata».