Il Napoli cambia tutto, il Cagliari gioca bene nella prima parte poi inizia a perdere tempo nella ripresa. Ci pensa Milik con una punizione fantastica.
Prologo
Azzurri in scena alla Sardegna Arena dopo l’assurda serata di Anfield con annessa eliminazione dalla Champions League. Ancelotti fa riposare un bel po’ di titolari, in campo Malcuit, Ounas, Maksimovic, Diawara, Zielinski e Milik, oltre all’ormai recuperato Ghoulam. Il Napoli riparte dopo Liverpool, riparte da quanto di buono fatto vedere finora in campionato, riparte da un gruppo magistralmente guidato da un grandissimo allenatore.
Atto primo
La prima parte della gara propone un continuo mescolarsi ed alternarsi di parti. Il Napoli parte forte, Ounas solita scheggia a destra regala volate e giocate (con indosso la giusta casacca sarebbe già stato presentato come nuovo Salah), la squadra pressa tenendo gli avversari schiacciati nella propria metà di campo. Pochi minuti ed ecco capovolgersi il gioco, Farias altra scheggia a tratti impazzita propone e dispone, ma Faragò all’undicesimo minuto non coglie l’occasione. Al diciasettesimo ci prova Ghoulam in versione attaccante , e qualche minuto dopo Farias e Joao Pedro dicono la loro davanti ad Ospina. Il copione resta invariato, Zielinski si invola, poi Barella, poi ancora Ounas, ma il risultato non cambia, il finale di scena resta lo stesso, reti inviolate e squadre a raccolta per la seconda parte. Il pubblico, incerto, si protegge dal freddo come può, in attesa che di un colpo di scena.
Atto secondo
Gli azzurri partono bene, i ruoli sembrano saldamente ristabiliti, le parti tornano all’originale rapporto di forza. Milk si fa pericoloso al quarantasettesimo, Fabian Ruiz spara alto a due passi dalla porta . Un minuto dopo è ancora Milik a calciare a pochi passi dalla porta. Ancelotti pensa all’ennesimo rimescolamento, dentro Mertens per Diawara, poi Insigne per Ounas ed infine Callejon per Malcuit. In mezzo, tante occasioni da gol per gli azzurri ed una notizia certa, il Cagliari smette di giocare a calcio a circa trenta minuti dalla fine
Si perché al di la dalle personalissime opinioni, può risultare giustificato in alcuni casi prolungare i tempi di rinvio del portiere, oppure restare qualche secondo in più a fissare il cielo sul prato verde fingendo immaginarie complicazioni, ma stabilire, decidere di limitarsi esclusivamente alla scena, alla simulazione alla provocazione, trenta minuti prima delle fine della gara è onestamente qualcosa che non trova giustificazione alcuna. Da considerare poi l’arbitraggio, ai limiti del ridicolo in alcune fasi. Immaginiamo quindi lo stato d’animo dei calciatori e di Ancelotti nelle ultime fasi della gara. Minuto novantuno, calcio di punizione dal limite dell’area di rigore per il Napoli.
Milik prende posizione, guarda la porta e disegna una parabola meravigliosa che accompagna la palla alle spalle di Cragno, in quella rete finora proibita agli azzurri. Giustizia è fatta, esultano i calciatori (Mertens un po’ meno, ma questa è un’altra storia), esultano i tifosi, e Cagliari inspiegabilmente preso dalla voglia di ritornare a giocare a calcio. Misteri del pallone. L’arbitro fischia, 0-1 e tutti a casa.
Epilogo
Pensava di cavarsela con un pari Maran, proponendo una squadra che realisticamente ha ben figurato specialmente nella prima parte della gara, considerato che nella seconda si è praticamente mai vista. Ci aveva messo il pensiero Maran, crampi di qua, crampi di la, un’altro minuto li, e portiamo a casa il risultato. E invece, la magia del teatro. Colpo d’artista di Milik e addio sogni di gloria. Ancelotti sorride, e fa bene. Prova di carattere, nonostante qualche iniziale stato confusionale. Il Napoli è vivo e speriamo lotti… fino alla fine, anche perché dall’altra parte, tra rigori, spintarelle ed aiutini, non sembra di scorgere il Real di Di Stefano. Testa alla Spal, e poi magari si vedrà.