Milik ha il miglior rapporto gol su minuti giocati della Serie A. Gli manca di essere determinante nelle grandi sfide, ma ha tutto il tempo per crescere ancora.
La media gol
Quando durante questa prima parte di stagione abbiamo scritto di Arek Milik, abbiamo sempre fatto riferimento all’unico parametro valido, universalmente riconosciuto, per poter valutare il rendimento di un attaccante: i gol. Crudelmente, è l’unica discriminante possibile tra un buon attaccante, un grande centravanti, un fuoriclasse del ruolo. Il fatto che prima Insigne e poi Mertens stessero facendo gol, mentre Arek non ci riusciva, inclinava la prospettiva del giudizio verso Lorenzo e Dries.
Poi, però, qualcosa è cambiato. Milik ha segnato tre gol in poco più di 100 minuti, tra Atalanta-Napoli e Napoli-Frosinone. E ne ha mancati due quasi fatti, sempre contro i ciociari: un tiro deviato miracolosamente da Ariaudo e un gran servizio dall’esterno di Younes, nel finale. Ora il mondo si è ribaltato, tanto che la media gol del centravanti polacco è diventata eccezionale, la migliore di tutta la Serie A: una rete ogni 104 minuti in campo. Piatek ne realizza una ogni 114′, Cristiano Ronaldo una ogni 124′. Ne ha scritto Alfonso Fasano nella sua analisi tattica, pochi minuti fa. A supporto, c’è anche un dato sui gol attesi (o expected goals), diffuso dall’account Napoli Outsider su Twitter:
Qualche numero su Arek Milik. Iniziamo dai più “nebulosi”, ossia gli Expected Goals.
2016/17: 2.58 xG e 5 gol.
2017/18: 4.75 xG e 5 gol.
2018/19: 5.73 xG e 7 gol.
Segna più della qualità delle occasioni che ha. Ok, ma parliamo di cifre più concrete:— Napoli Outsider (@NapoliOutsider) 8 dicembre 2018
Un attaccante che fa gol
Semplicemente: Arek Milik è un attaccante che fa gol. E segna con qualità diversa, in situazioni diverse. Ieri, per dire, ha realizzato il primo gol di testa nella stagione del Napoli. Poi ha messo dentro un tap-in facile, facile, praticamente a porta vuota, come quello già depositato in porta contro il Parma. Però poi c’è il gol di Bergamo, un meraviglioso tiro al volo dopo uno stop complesso. E poi, sempre contro il Parma, un fulminante tiro da posizione defilata.
Insomma, Milik è uno che trova la porta. Vogliamo essere ancora più precisi: incrociando i dati delle sue conclusioni, Arek centra lo specchio della porta per il 68% dei tentativi. Praticamente, 3 tiri fuori misura su 10, a prescindere dalle condizioni di coordinazione. Non conclude tantissimo (media di 2.6 tentativi per match), ma lo fa bene. Non a caso, il suo periodo negativo è coinciso con un momento di scarse conclusioni, non si ricordano errori clamorosi, l’unico grande “gol mangiato” di Milik è stato quello durante Genoa-Napoli. Era un tiro nello specchio, parato benissimo da Radu.
Le partite importanti
L’unico appunto che si può muovere a Milik è la sua difficoltà a incidere nelle partite che contano. Quest’anno Arek ha giocato contro Stella Rossa, Liverpool e Roma senza trovare la via della rete. I suoi sette sigilli stagionali sono arrivati contro Lazio, Parma, Empoli, Atalanta e Frosinone. Ecco, probabilmente il Milik di oggi non ha (ancora) la consistenza per poter essere determinante in certe situazioni, è come se aumentando l’asticella finisse per rendere di meno. Due stagioni fa, in Champions League, Milik andò a segno contro Dinamo Kiev e Benfica. Due colpi di testa e un rigore, prima di infortunarsi.
Ecco, dovrebbe ripartire da lì. Anche perché questo è l’unico motivo per cui Mertens parte ancora davanti, o comunque finora è andata così. Milik ha qualità importanti, è un centravanti fisico eppure con buona qualità associativa, sta un po’ cambiando il suo gioco (i passaggi medi per match sono diminuiti, tende a retrocedere meno in campo per rimanere di più nell’area avversaria) per cercare di avvicinarsi all’idealtipo di attaccante che piace ad Ancelotti. Gli ultimi exploit sono una notizia positiva proprio in questo senso, il lavoro al tornio delle caratteristiche sta funzionando, e anche bene.
Al punto che il Napoli ha il miglior attacco del campionato (a pari merito con la Juve), il miglior tridente (tre calciatori a quota 7 reti, Milik con Insigne e Mertens) e il miglior attaccante del campionato nel rapporto gol segnati / minuti giocati. Difficile chiedere di meglio, se non di migliorare ancora i pochi punti oscuri di Milik. Se questo è un attaccante incompreso e incompiuto, cosa diventerà quando supererà tutte le sue piccole o grandi paure?