Napoli-Spal, analisi tattica: Ancelotti aveva già preparato il ritorno di Ghoulam, solo che il nuovo gioco sembra essere più efficace con Milik al posto di Mertens o Insigne (in un momento di difficoltà).
Consolidamento
Con la costruzione del piano partita per Napoli-Spal, Ancelotti ha consolidato alcuni dei concetti già sviluppati e attuati in questa prima parte di stagione. L’analisi tattica del match di ieri può fungere anche da “illustrazione” e “spiegazione” rispetto al lavoro fatto in precedenza: la difesa a tre in fase di costruzione che abbiamo conosciuto per la prima volta in occasione di Napoli-Liverpool era pensata per assecondare le caratteristiche di Ghoulam. Il rientro del terzino algerino ha spinto Ancelotti a insistere su questo concetto, che ieri è stato ulteriormente aggiornato con nuove soluzioni. Ad esempio, lo spostamento verso sinistra dei giochi di posizione per creare occasioni pericolose.
Il 3-2-4-1 del Napoli
Per capire di cosa parliamo: per gioco/giochi di posizione, si intende la ricerca della superiorità posizionale nella zona in cui si trova il pallone. Diversamente dalla superiorità numerica “pura” – che prevede la presenza di un numero maggiore di giocatori dell’attacco rispetto alla difesa, senza riferimenti spaziali -, la superiorità posizionale prevede lo sfruttamento delle linee di passaggio alle spalle degli avversari. L’idea alla base è la costruzione di triangoli per poter muovere il pallone oltre lo schieramento difensivo. Il Napoli di ieri ha sfruttato molto questo meccanismo, grazie al continuo interscambio tra Ghoulam, Insigne, Mertens, Zielinski e Hamsik.
Un momento del primo tempo: Zielinski ha portato palla ed è retrocesso al posto di Ghoulam, Insigne si è allargato a sinistra mentre Ghoulam è l’uomo più avanzato. Anche Mertens è più spostato verso il centro-sinistra, giocando tra le linee.
Diversamente rispetto al passato, però, questa dinamica non è il riferimento del Napoli in fase di costruzione. O meglio: il Napoli non parte sempre da sinistra per sviluppare il gioco, anzi i primi scambi partono da destra e poi si allargano sull’altro fronte. Non a caso, Ghoulam ha toccato tante volte il pallone (97), ma Hysaj ha una quota ancora più alta (100). Il Napoli, quindi, gioca tanto su entrambe le fasce ma preferisce spostarsi a sinistra nell’ultimo terzo di campo.
La Spal
Questa tendenza a privilegiare la fascia mancina ha origine anche nella strategia della Spal. Semplici ha scelto di giocare con un 5-3-2 molto coperto, in baricentro basso (addirittura a 37 metri in fase di non possesso) in modo da intasare tutti gli spazi conclusivi. Come ha detto anche Ancelotti nel postpartita, Insigne e Mertens (sotto le loro heatmap) sono stati costretti ad allargarsi verso sinistra per giocare di più il pallone, per entrare realmente a contatto con la partita. Una condizione che fa parte del loro dna di (ex) laterali d’attacco, e che in qualche modo ha pregiudicato anche la ricerca della profondità, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa, il risultato ha reso un po’ più aperta la Spal, allora il numero di occasioni è sensibilmente aumentato.
A sinistra, Mertens; a destra Insigne
Ora torniamo all’inizio. Con Ghoulam molto avanzato sulla sinistra e i due attaccanti che si allargavano proprio in quella zona, il Napoli ha finito per giocare soprattutto lì. La partita del terzino algerino non è stata particolarmente brillante, ma di certo il suo contributo in fase di possesso è molto diverso rispetto a quello di Mario Rui. Nella primissima parte della stagione, è come se il lavoro sul e con il terzino portoghese abbia “tenuto in caldo” il Napoli in attesa di Ghoulam. Con Faouzi di nuovo al suo posto, il 3-2-4-1 di Ancelotti in fase attiva diventa uno schieramento ancora più fluido, potenzialmente più offensivo. Cambiano le caratteristiche dei giocatori, cambia il modo di giocare della squadra: è una definizione del calcio liquido.
Insigne e Mertens
Come avete potuto percepire da questo testo e dalla partita di ieri, si tratta di una serie di scelte tattiche che però hanno anche un dark side. Se Mertens e Insigne non sono in vena e non riescono ad essere incisivi sotto porta, il Napoli rischia di trovarsi spuntato contro certi avversari. Basta leggere i numeri della partita di ieri: nel primo tempo: delle 11 conclusioni tentate dal Napoli prima del gol di Albiol, 7 sono arrivate da fuori area e una da situazione di calcio piazzato.
Insomma, non è stato facile finalizzare la mole di gioco costruita. Più o meno lo stesso discorso fatto in occasione di Napoli-Chievo, solo che allora la squadra di Ancelotti non trovò l’episodio in grado di sbloccare la partita. Ieri è andata diversamente, con la testata di Albiol. Ma c’è da interrogarsi su come il Napoli visto dopo il ritorno di Ghoulam dia la sensazione di essere più efficace con Milik in posizione di centravanti.
La difesa
Chiudiamo la nostra analisi con una riflessione sulla difesa. Il Napoli continua a difendere con un 4-4-2 puro, come si evince dallo screen sotto. Ieri il rendimento arretrato è stato positivo, gli 11 tentativi concessi agli avversari sono arrivati per grandissima parte nel finale di gara (3 nel primo tempo, 4 dopo l’80esimo minuto). Allo stesso modo, però, va sottolineato come spesso la Spal sia riuscita a risalire il campo sfruttando gli scompensi del sistema difensivo di Ancelotti. Nello screen sotto questa situazione si evidenzia in maniera chiara.
Contro tutte le squadre costruite per palleggiare, il Napoli rischia un pressing molto ambizioso. Che spesso viene bypassato. I tre centrali della e i tre centrocampisti della Spal sono in superiorità numerica nella zona della prima impostazione. E allora la squadra di Ancelotti perde il contatto con il pallone e il ritmo del suo attacco. Giocare il pallone con coraggio è un modo per fermare il Napoli. Semplicemente, gli toglie tempo di possesso per organizzare la manovra e costringe i giocatori ad uscite lunghe, secondo il dna di difesa proattiva degli azzurri.
È una scelta precisa di Ancelotti: due centrocampisti centrali per prevenire il gioco in transizione (Il Napolista l’ha spiegato qui), ma sopra vediamo il lato negativo. Non a caso, le due altre prestazioni meno brillanti degli azzurri sono arrivate contro Empoli e Sassuolo. Due squadre simili alla Spal, costruite e schierate per non rinunciare sistematicamente al possesso. Anche per questo, il successo di ieri rappresenta una tappa importante, soprattutto nella crescita della squadra nella reazione alla difficoltà tattica. Le famose “vittorie sporche”, che alla fine però valgono allo stesso modo rispetto alle grandi partite portate a casa in scioltezza.