Tutto rimandato all’8 febbraio a causa delle festività. La demolizione inizia da ovest. Cimolai non prende bene la notizia dell’esclusione
Incidente probatorio senza fretta. La terza udienza, originariamente fissata per il 14 gennaio, slitta all’8 febbraio: in mezzo ci sono le vacanze di Natale e non si potrebbe concludere niente.
Ieri mattina, nel corso della seconda udienza dell’incidente probatorio, si è subito parlato della necessità di rimandare la data iniziale perché sarebbe impossibile riunire i consulenti per analizzare i dati provenienti dalla Svizzera durante le vacanze.
La decisione non è piaciuta a molti, naturalmente, in particolare ai familiari delle vittime.
Via libera alla demolizione ad Ovest
La parte del ponte lato Sestri rimarrà sotto sequestro ma potrà essere smontata pezzo pezzo, dopo aver sentito per ciascuno il parere dei periti del Tribunale, dalle gru di Vernazza e Fagioli: si cercherà in questo modo di tutelare le prove.
Le operazioni inizieranno tra due settimane.
Si allungano, invece, i tempi per il troncone Est, quello che sovrasta via Fillak, per il quale, secondo i periti, il progetto di demolizione presentato da Bucci “è ancora troppo approssimativo per poter esprimere veri e propri pareri”, scrive Il Secolo XIX.
In primo luogo non si tratta di un vero e proprio progetto esecutivo, “ma di una bozza di massima” e poi, ha sottolineato il giudice, manca un cronoprogramma. Repubblica Genova va addirittura oltre, riportando il parere dei tecnici in merito, che lo hanno definito “lacunoso, generico, approssimativo”.
Già nelle scorse riunioni tra consulenti erano emersi forti dubbi sull’uso dell’esplosivo annunciato da Bucci per demolire la parte est del viadotto: “far esplodere parti di ponte, e in particolare gli stralli delle pile 10 e 11, quelle rimaste in piedi, significa cancellare possibili prove. Una eventualità che non piace in primis ai legali di Autostrade, ma non solo a loro”, scrive l’edizione genovese di Repubblica.
Per questa porzione di ponte, dunque, resta il sequestro e non potrà esserne tolta neppure una pietra fino alla terza udienza dell’incidente probatorio fissata per l’8 febbraio.
Autostrade spara l’artiglieria pesante
Giorgio Perroni, legale di Michele Donferri Mitelli, il numero 3 di Autostrade, tra i 21 indagati, ha annunciato che farà eccezione di nullità dell’incidente probatorio per via delle ordinanze con cui il gip aveva escluso dai sopralluoghi nella zona rossa i legali – scrive Repubblica Genova.
Gli avvocati di Autostrade, intanto, hanno consegnato al Tar ligure l’annunciato ricorso per essere stati estromessi dalla ricostruzione e demolizione del Ponte Morandi, cosa che per la società rappresenta una violazione della concessione.
L’appello delle famiglie delle vittime
Lo abbiamo già raccontato nei giorni scorsi: chi ha ricevuto risarcimenti da Autostrade dovrebbe essere escluso dal processo. Ebbene, Egle Possetti, che nel crollo ha perso la sorella Claudia e tutta la famiglia di lei (marito e due figli), ha annunciato a Il Secolo XIX: “Stiamo contattando alcuni parlamentari per chiedere al ministro della Giustizia l’applicazione della legge Viareggio, quella che aveva previsto un contributo per i parenti delle vittime dell’esplosione della cisterna ferroviaria nel 2009 e per i feriti. Sarebbe un modo per consentire a chi vuole restare nel processo, come parte civile, ma ha bisogno di un aiuto economico per affrontare il momento. Chiediamo una possibilità del genere, pronti a restituire tutto allo Stato se dovessimo essere risarciti”.
L’idea del Comitato è semplice, spiega il quotidiano: “permettere a chi vorrebbe rifiutare le proposte di transazione di Autostrade ma non ha le risorse per farlo, di essere tutelato dallo Stato”.
Oggi l’annuncio sull’impresa ricostruttrice
Fuori Cimolai e Calatrava. Per la ricostruzione resta in corsa la cordata Fincantieri, Salini Impregilo e Italferr, la più favorita dal primo momento, la più benvoluta dalla politica, quella che si basa sul progetto di Renzo Piano.
Il decreto di affidamento sarà firmato oggi pomeriggio alle quattro.
Il progetto subirà delle modifiche, a partire dalla riduzione dei piloni che sosterranno il ponte (da 22 a 20) “per ridurre le interferenze con il torrente, i binari della ferrovia e i sottoservizi” scrive Il Secolo, e che dovranno essere anche meno affusolate rispetto a quanto previsto originariamente.
Anche sul tracciato ci potrebbero essere delle modifiche, “per rendere meno spigolosa una delle due estremità del viadotto”.
Un’altra variazione è chiesta sui tempi: il progetto presentato (dal costo di circa 200 milioni di euro), aveva fissato in dodici mesi la durata dei lavori, un tempo calcolato al netto della demolizione. L’idea del commissario sarebbe invece “di sovrapporre temporalmente demolizione e ricostruzione, che partiranno entrambe dal moncone Ovest”. Bucci ha chiesto di inserire nel contratto la clausola che prevede che la ricostruzione dovrà partire entro il 31 marzo, in modo da finire di costruire il ponte entro Natale 2019.
La sorpresa della grande esclusa
Cimolai, che aveva presentato un progetto dettagliatissimo e già esecutivo, è rimasta molto sorpresa della scelta ormai praticamente quasi certa. Gia ieri, scrive Il Secolo XIX, aveva inviato una mail di avvertimento al commissario, “per capire come mai la stampa scrivesse già di un netto vantaggio per la cordata rivale. Ma non ha ricevuto risposta ufficiale”.
Il gruppo friulano pensava di avere ricevuto le valutazioni migliori dal team di esperti indipendenti nominati da Bucci e “ha accolto con sorpresa un’intervista, pubblicata a negoziazione in corso, in cui il presidente del gruppo rivale Pietro Salini parlava delle modalità con cui sarebbe stato ricostruito il Ponte Morandi”. Uno scenario che potrebbe precludere a un ricorso amministrativo, scrive il Secolo, paventando la stessa cosa da parte di Italiana costruzioni.