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Ancelotti è caduto nella trappola di Gattuso

Il Milan ha vinto aspettando e ripartendo. Con due tiri in porta. Il Napoli ha vinto la partita delle statistiche. Ha gli uomini chiave fuori forma.

Ancelotti è caduto nella trappola di Gattuso
Gattuso e Ancelotti (Carlo Hermann / Kontrolab)

Milan-Napoli 2-0 è una di quelle partite che serve a smentire, quantomeno a depotenziare, una certa lettura delle statistiche relative al calcio. La squadra di Ancelotti domina letteralmente ogni aspetto numerico riferito al match di San Siro: conclusioni tentate (18 a 4), possesso palla (62%-38%), possesso palla nella metà campo avversaria (67%-24%). Insomma, il Napoli ha giocato molto male pur schiacciando il Milan nella sua metà campo, pur creando un numero di occasioni decisamente superiore rispetto a quelle degli avversari.

Come uscire da questo vicolo cieco? O meglio: come spiegare una sconfitta netta e meritata alla luce di certe cifre? Semplice: basta contestualizzare le statistiche, incrociarle con le sensazioni del campo, indagare le pieghe delle scelte tattiche dei due allenatori. Intanto, Gattuso si dimostra un abile stratega. Sceglie di aspettare il Napoli, non aggredisce la squadra di Ancelotti, fin dai primi minuti gli azzurri tentano di occupare la metà campo avversaria e i rossoneri rispondono difendendosi in maniera compatta, occupando gli spazi piuttosto che attaccando i portatori di palla. Sotto, le posizioni medie delle due squadre in fase difensiva, riferite al primo tempo.

Il Milan è una squadra molto raccolta già nei primi 45 minuti

Gattuso non ha scelto la trincea, piuttosto ha cercato di sfruttare al massimo le caratteristiche dei suoi uomini. Perché la qualità dei giocatori del Milan è inferiore a quella del Napoli, la strategia più funzionale è attirare gli avversari a fare muro contro muro per poi cercare di punirli alle spalle. Cosa che è accaduta puntualmente in occasione dei due gol di Piatek che nascono da altrettanti lanci nello spazio. Il primo viene letto malissimo da Maksimovic, il secondo viene gestito malissimo dal serbo e Koulibaly, che cooperano in maniera quasi comica e lasciano lo spazio per la conclusione al polacco. Più che un’immagine relativa alle due reti dell’ex Genoa, scegliamo un dato che spiega perché e come siano arrivate le due botte vincenti di Piatek.

Il punto fondamentale è il dato sulla lunghezza media delle squadre

Il Napoli ha scelto di/è stato costretto ad attaccare in massa, e in questo modo ha fatalmente scoperto la difesa. La doppia grafica di sopra ci mostra come la squadra di Ancelotti abbia risalito il campo tenendo compatte le linee, per poi scollarsi tra i reparti una volta perso il pallone. A quel punto, la gestione delle due transizioni veloci che hanno portato Piatek alla conclusione è stata viziata da un errore individuale e poi da una lettura condivisa davvero negativa. Il Napoli, in pratica, ha difeso malissimo quando il Milan è riuscito a ripartire. Due volte, entrambe fatali. Gattuso ha preparato la partita perché andasse proprio in questo modo, la presenza di un calciatore come Piatek, più dinamico di Higuain e più bravo a giocare a tutto campo rispetto a Cutrone, ha permesso al tecnico rossonero di ricercare proprio questa soluzione.

Il Napoli ha avuto il torto di prestarsi in maniera quasi totale alla strategia del Milan, come Ancelotti ha spiegato in maniera chiara nel postpartita: «Il risultato è stato condizionato da due disattenzioni, noi abbiamo cercato di recuperare la partita, ma il Milan era molto chiuso e noi non siamo stati molto efficaci. Abbiamo avuto alcune possibilità, ma era difficile penetrare considerando che non c’è la brillantezza di scardinare la difesa del Milan».

Il punto è proprio questo. Il Napoli di questo periodo non è brillante in avanti, non riesce a costruire e finalizzare azioni realmente pericolose. Torniamo all’inizio: 18 conclusioni verso la porta di Donnarumma, nessun pericolo reale per il portiere stabiese. Sotto, un frame della partita che mostra chiaramente quale sia il problema patito ieri sera dalla squadra di Ancelotti.

3 vs 7

Il Napoli è riuscito ad isolare un uomo sulla fascia, in questo caso Malcuit sulla destra. Solo che il Milan ha un atteggiamento estremamente conservativo, il Napoli riempie l’area in maniera corretta, ma sono tre uomini in azzurro contro sette in maglia rossonera. Nella parte inferiore dell’immagine, si vede anche il rientro di Castillejo in copertura, in pratica il Napoli è stato costretto ad attaccare contro l’intera squadra avversaria. Quando ha portato fin troppi calciatori nella metà campo del Milan, è stato punito in ripartenza.

È una situazione che si ripeterà molte volte nel corso della partita. Il Napoli di Ancelotti è una squadra che tende ad allargare molto il gioco, è pensata e costruita perché i pericoli arrivino dagli esterni. Anche le scelte iniziali di ieri sera tendevano verso questa soluzione: due terzini offensivi, due esterni in grado di venire in campo per dare ampiezza ai suddetti terzini, due attaccanti in grado di legare i reparti, di dialogare con i compagni. Ecco, ci sono partite in cui questo sistema può essere depotenziato. Milan-Napoli è stata una di queste. Nella ripresa, l’ingresso di altri giocatori offensivi non ha modificato il piano partita, finendo per sottolineare, piuttosto che correggere, i difetti mostrati dalla squadra di Ancelotti.

Un momento negativo

La sensazione è che il Napoli, in questo momento, faccia fatica a trovare alternative rispetto alla propria conformazione tecnico-tattica, anche perché i calciatori più importanti (Insigne in primis, ma anche Allan e Koulibaly) vivono un periodo negativo. Il gioco del tecnico emiliano riesce ad esaltarsi e a diventare efficace quando le condizioni psicofisiche dei giocatori sono ottimali, allora certi momenti della stagione risultano ancora più difficili da superare. Forse non è un caso che la miglior prestazione del Napoli nel 2019, contro la Lazio, sia arrivata con una squadra sperimentale, senza Koulibaly, Allan e Insigne. Proprio loro.

Questo non vuol dire che Ancelotti debba cancellare o mettere in panchina i tre calciatori migliori nell’inizio di stagione del Napoli, solo che ora la squadra azzurra fa fatica a concretizzare la sua impostazione tattica (vedi all’inizio del pezzo), finora efficiente e funzionale ai giocatori e alle loro caratteristiche. E allora potrebbe essere saggio tentare strade e approcci e meccanismi diversi, per il presente e per il futuro.

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