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Ora che succederà negli stadi? Conteranno le norme vigenti o le parole di Salvini?

Come ci si comporterà in casi di incidenti o di cori razzisti? Salvini ha creato un corto circuito tra vertici politici e forze dell’ordine

Ora che succederà negli stadi? Conteranno le norme vigenti o le parole di Salvini?

Il corto circuito con le forze dell’ordine

E adesso che succederà? Se dovessero scoppiare incidenti tra tifoserie contrapposte, magari a Genova per Genoa-Milan (che si giocherà lunedī 21 gennaio)? O se dovessero partire cori razzisti dagli spalti (Milan-Napoli, 26 gennaio)? Se infine gruppi ultrà “ospiti” si dovessero lasciare andare a scorribande e a devastazioni cosa succederà?

Cosa succederà se il primo cattivo esempio arriva dal ministro dell’Interno, il leghista Matteo Salvini, che non vuole la chiusura degli stadi per le manifestazioni razziste, che vuole ripristinare le trasferte collettive, che dice che non è giusto che un gruppetto di teppisti decide il destino di 12 milioni di tifosi?

Che succederà? Di sicuro è già realtà il corto circuito tra vertici politici e forze di sicurezza. Ecco, i responsabili dell’ordine pubblico, funzionari della Polizia di Stato, di fronte alle manifestazioni razziste sospenderanno le partite? O si adegueranno ai desiderata del boss, del ministro dell’Interno?

Ci sono norme vigenti che ora valgono zero

In ogni caso, con la conferenza stampa del ministro Salvini si è aperta una falla che va subito tamponata. Ci sono norme vigenti che nei fatti da oggi valgono zero. Quando un ministro dell’Interno sostiene che lui una partita per cori razzisti non la sospende, non è una reazione irresponsabile?

Si comporta come i sindaci disobbedienti

Salvini fa la voce grossa, minaccia destituzioni e denunce penali contro quei sindaci che non vogliono applicare il decreto sicurezza perché, sostengono, viola i diritti umani, e poi è il primo a calpestare le norme, i regolamenti vigenti.

Si difende Salvini denunciando che non bisogna darla vinta a un gruppo minoritario di teppisti, che non bisogna concedere loro un eccessivo potere di ricatto. Che in fin dei conti le rivalità tra le squadre «è il bello del calcio». Ma nei fatti, così, delegittima il lavoro delle stesse forze di polizia.

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