Fabian Ruiz e Milik hanno risposto alla grande. E c’è ancora chi parla di un club senza progetto. Ieri è stato il risultato del turn over di questi mesi
Il risultato del turn over di questi mesi
La vittoria di ieri sera contro la Lazio ha un carico di significati che va al di là dei tre punti. Per tanti motivi. Per le assenze, tutte significative: mai, negli ultimi quattro anni, il Napoli ha affrontato una partita di campionato senza Allan, Koulibaly, Insigne, Hamsik. Per il gioco espresso, soprattutto nel primo tempo che la Lazio avrebbe potuto chiudere sotto di quattro gol. Per il temperamento mostrato dal Napoli, carattere che è stato elogiato e sottolineato da Ancelotti in conferenza stampa. Lo ha rimarcato due volte, ha parlato di generosità e sacrificio. Qualità indispensabili per una squadra che voglia raggiungere traguardi ambiziosi. Ha sintetizzato il concetto nella risposta: “Mi concilia il sonno la prestazione, oggi c’è stata cazzimma”.
Il che vuole dire – siamo un po’ maliziosi – che altre volte non c’è stata. E secondo noi non è stata casuale la chiamata alle armi che l’allenatore ha fatto dalle colonne del Corriere dello Sport. Non poteva essere casuale – lo abbiamo scritto – la scelta di pungolare Fabian Ruiz, Milik e Zielinski alla vigilia di Napoli-Lazio.
«La squadra non ha ancora dato il 100 per cento. Fabian non l’ha dato, e come lui Milik, Zielinski»
Era l’occasione da sfruttare
Napoli-Lazio, con l’assenza dei titolarissimi di Champions, era l’occasione per far capire che Ancelotti poteva contare su di loro. Nel calcio, come nella vita, ci sono momenti chiave. Ci sono gli esami. E ieri sera era un esame. Un esame che ovviamente Ancelotti ha preparato nei mesi scorsi. È arrivato pronto all’eventualità che in un colpo solo potessero mancare Allan, Koulibaly, Insigne e Hamsik. In tutti questi mesi ha rodato la macchina Napoli e Ancelotti ha messo la partita nelle loro mani, degli uomini che aveva citato in settimana. Carlo Ancelotti li ha messi alla prova, ha chiesto loro di prendere la squadra in mano, di capire se fossero da Napoli. La risposta è stata di quelle importanti. Significativa. Fabian Ruiz, Milik e anche Zielinski hanno giocato novanta minuti di grande ardore. Ciascuno alla propria maniera.
La danza di Fabian
Fabian Ruiz ha letteralmente danzato. Ha giocato un’ora sontuosa. Si è presentato facendo passare il pallone sotto le gambe di Lucas Leiva, il resto lo abbiamo visto. A fine partita ad Ancelotti brillavano gli occhi: «È un grande, grande centrocampista moderno», ha detto. Il grande giocatore lo vedi anche dalla capacità di sfruttare la possibilità. In una squadra, in un gruppo, devi saper attendere il tuo turno. Il primo step di Fabian Ruiz è stato partire a sinistra, al posto di Zielinski. Ha spodestato il polacco dai titolarissimi di Champions. Al centro ci è arrivato con l’infortunio di Hamsik. E ha dimostrato di saperci stare, eccome. Ora la palla passa all’allenatore. Deciderà lui.
La promozione di Milik
L’altro calciatore che ha risposto alla grande ieri sera è stato Arkadiusz Milik. Ha toccato 39 palloni, meno di qualsiasi altro titolare. E ha calciato sette volte verso la porta avversaria (non sempre centrando lo specchio ovviamente). Un tiro ogni 5,5 palloni toccati. Ha segnato un gol – e che gol – e ha colpito due pali. Stavolta non c’è stato bisogno che Ancelotti si alzasse dalla panchina per far rispettare la gerarchia sulle punizione calciate da destra. È stato semplicemente ingestibile per la difesa della Lazio. E a fine partita anche lui ha incassato il premio. «Nel girone di ritorno – ha detto Ancelotti – Milik ruoterà meno rispetto al girone d’andata. È in condizioni di forma ottimale dopo due anni passati tra infortuni gravi, e un giocatore in condizioni di forma ottimale va sfruttato». Una canzone che non sarà stata melodia per tutte le orecchie. Ma Ancelotti ha atteso un po’ di mesi il centravanti che cercava e ora pensa di averlo trovato.
L’altro è Piotr Zielinski. Che non ha giocato all’altezza degli altri due. Non sfugge mai alla propria condizione esistenziale che è quella di un calciatore perennemente alla ricerca del proprio centro di gravità permanente. Si illumina e poi si spegne. Forse sarà impossibile cambiarlo. Ma ieri sera ha giocato e sul 2-1 per la Lazio, Ancelotti ha spostato lui a centrocampo e ha tolto Diawara. Che pure ha giocato la sua miglior partita della stagione.
Fabian Ruiz 22 anni. Milik 24 anni. Zielinski 24 anni. Meret 21 anni. Diawara 21 anni. Il Napoli del futuro ha dimostrato di esserci anche oggi. Ha battuto la squadra che fino a ieri era quarta in classifica. Il Napoli squadra senza progetto può essere soltanto un film di fantascienza.