Il richiamo ai pubblici poteri e ai club che hanno il dovere di contrastare e debellare il fenomeno. “Lo sport è un’altra cosa”. Mai citato il Ponte Morandi.
“Lo sport è un’altra cosa”
Ci sono stati anche gli ultras nel tradizionale discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Sergio Mattarella si è brevemente soffermato sui recenti episodi di violenza: sulla morte dell’ultrà di estrema destra ucciso da una o due auto nel corso dell’agguato teso dagli interisti ai napoletani e anche sugli episodi di razzismo all’interno degli stadi.
“Il modello di vita dell’Italia – ha detto – non può essere e non sarà mai quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo. Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare. Lo sport è un’altra cosa”.
Mai citato il Ponte Morandi
Il presidente della Repubblica ha tenuto un discorso che ha mandato in brodo giuggiole il ceto medio riflessivo che si è eccitato alle stoccate nei confronti del governo in generale e di Salvini in particolare. Come sempre accade, dopo le parole di Mattarella – che è riuscito nella titanica impresa di non citare mai le due parole “Ponte Morandi”, come se nel 1969 Saragat non avesse citato piazza Fontana – si può già parlare di partito del presidente. Una parte della sinistra nella notte lo ha acclamato leader della propria parte politica. Twitter è zeppo di cinguettii adoranti.
Poteri pubblici e società di calcio
Ma torniamo al calcio. Non sappiamo se sia la prima volta, di certo è raro che un presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno citi la violenza negli stadi. Ha fatto capolino la parola ultras. Mattarella ha anche citato coloro i quali hanno la responsabilità di arginare questo fenomeno: i poteri pubblici e le società di calcio. Anche in questo passaggio il partito del presidente ha scorto un chiaro riferimento a Matteo Salvini che invece ha avuto un atteggiamento dialogante nei confronti degli esponenti delle curve, ha persino riferito che li inviterà al Viminale. E non ha risparmiato nemmeno i club considerandoli corresponsabili di quanto avviene negli stadi.
Non sappiamo cosa cambierà dopo il passaggio presidenziale – crediamo nulla -, di certo è una novità importante. Dispiace per Genova cui è stato dedicato meno tempo del calcio, ma l’interesse del Quirinale per gli ultimi episodi di violenza è una novità che va registrata.