Non esistono video che mostrino il crollo: nessuna chiarezza sulla dinamica della tragedia. Impossibile capire cosa sia successo
Purtroppo solo la traduzione completa del report di 172 pagine inviato dal laboratorio svizzero Empa svizzera potrà chiarire meglio la questione degli stralli che abbiamo anticipato ieri.
Per il momento, riteniamo valga la pena tornare sull’argomento.
L’anticipazione del Sole 24 Ore
Vi abbiamo raccontato che per Il Sole 24 Ore, i tecnici svizzeri, secondo una prima parziale traduzione dal tedesco del loro studio, sembrano ritenere che non siano stati gli stralli ad essere crollati per primi, e quindi ad aver determinato la tragedia del 14 agosto, ma un altro componente del viadotto, che avrebbe poi forzato lo strallo: probabilmente l’impalcato.
Il Sole prova a ricostruire una possibile dinamica del crollo utilizzando un video della Guardia di Finanza.
Il quotidiano scrive che il tirante potrebbe essersi rotto perché danneggiato dalla caduta del pilone al quale era attaccato: il pilone forse è stato sbilanciato dal cedimento di una parte della carreggiata. Sotto accusa, più di ogni altro elemento, come dicevamo sopra, è l’impalcato che sta a cavallo del pilone.
Il video della Guardia di Finanza
Il video, spiega Il Sole, sembra confermare che a cedere per primo possa essere stato proprio l’impalcato.
Le immagini mostrano l’impalcato riflesso nella pozzanghera di acqua su una tettoia di un edificio dell’Amiu. Ad un certo punto, l’impalcato inizia a muoversi, per poi cadere giù. “Solo alla fine – ricostruisce il quotidiano – si vede muoversi un oggetto lungo e stretto, che dovrebbe essere il tirante (strallo)”.
Il tirante, dunque, secondo la ricostruzione del Sole, avrebbe ceduto per ultimo.
Se la causa fosse l’impalcato, aggiunge il quotidiano, Autostrade sarebbe ugualmente responsabile del crollo.
La versione di Autostrade: la bobina
Dal canto suo, Aspi si difende ipotizzando una causa esterna, ovvero il famoso autoarticolato Mcm che portava la bobina metallica da tre tonnellate e mezzo.
Il video pubblicato da Il Sole mostra il tir viaggiare verso il ponte pochi secondi prima del crollo. La bobina che trasporta, è bene evidente. Poi la pioggia aumenta e non consente di seguire il mezzo pesante fino al momento della tragedia.
“Si sa solo che la bobina è stata trovata fuori dal cassone – scrive il quotidiano – Non è chiaro se sia caduta per il crollo o no”. Se la bobina fosse caduta prima del crollo, aggiunge, “Autostrade potrebbe sostenere che il suo peso è stato decisivo”.
La nebbia che avvolge il “caso bobina”
In realtà non c’è alcuna chiarezza, secondo noi, stando alla lettura dei giornali, nemmeno sul distacco della bobina e sul tir stesso.
Già a novembre scorso, Il Secolo XIX parlava di due tir della Mcm in transito sul Morandi quel giorno, non di uno solo.
Il primo sembrerebbe quello che si vede nel video pubblicato dal Sole 24 Ore, transitato sul ponte pochi minuti prima del crollo. Il Secolo scriveva, all’epoca, che il tir era arrivato allo stabilimento di Novi Ligure con la bobina ancora agganciata.
Il secondo, invece, secondo il quotidiano genovese, fu risucchiato nel crollo del viadotto. Sarebbe lo stesso che in un primo momento era stato messo sotto accusa per il peso eccessivo.
Il Secolo scriveva, all’epoca, che anche questo tir fosse stato analizzato e che “l’esame dei resti del camion e delle relative deformazioni confermerebbe che la bobina non si è staccata”. Il quotidiano raccontava che sulla bobina non erano state trovate tracce di asfalto compatibili con una caduta dal cassone e che “almeno un paio di filmati” dimostrerebbero che il mezzo pesante transita “con la bobina stessa saldamente agganciata”.
In realtà non ci sono filmati chiari sul punto: in tutti quelli pubblicati finora le immagini sono sottoposte a dissolvenza a causa della pioggia battente. Quali sono, allora, i video che mostrano in maniera netta il passaggio del tir (o dei tir) con la bobina agganciata? Allo stato, non è dato saperlo, purtroppo.