Sciascia alternava le sue “cronachette” storiche a gialli senza tempo come “Il giorno della civetta”. L’uomo di Porto Empedocle fa la spola tra il Commissario Montalbano e la Sicilia storica di Vigata
Sulle orme di Sciascia
La recente messa in onda de “La stagione della caccia”, una fiction storica che riporta la Vigata di Camilleri al 1880 – senza Montalbano – ci spinge a fare il punto sulla produzione letteraria e televisiva di uno dei grandi geni della nostra cultura civile. Anche Leonardo Sciascia alternava le sue ‘cronachette’ storiche a gialli senza tempo come “Il giorno della civetta”. Così fa anche l’uomo di Porto Empedocle che pur sposando la definizione di giallo di Sciascia – “una gabbia” – fa la spola tra il mondo del Commissario Montalbano e quella Sicilia storica di Vigata – che qui sembra molto più chiaramente Porto Empedocle – che lunedì si è concretata nella “laida faccenna” che ha visto ne “La stagione della caccia” contrapporsi l’impostura di Fofò La Matina con la gens del Marchese Peluso.
In realtà Camilleri pur inventando la sua Sicilia storica e letteraria e la sua lingua perfetta, misto tra le radici verbali dialettali ed una sua reinvenzione poetica – al Grande genio di Recalbuto, Sciascia – si riconnette. Sì, perché è la corda civile di cui Leonardo parlava in “Nero su nero” – e Pirandello faceva dire ad un suo personaggio -, la vera cifra di Andrea, che dopo una vita nell’Accademia di Silvio D’Amico e come produttore Rai è diventato il vero fenomeno nazional popolare del nostro tempo, ma soprattutto in un momento come il nostro privo di leader politici, una delle poche voci civili autentiche che il nostro Paese possa vantare.
Per capire quest’approdo che a noi sembra lampante consigliamo ai nostri lettori di collegarsi su Raiplay dove la Rai pescando nelle sue teche infinite propone – oltre che il replay dei Montalbano, de “La stagione della caccia”, etc… – anche una serie di interviste fatte al Nostro intitolate “Camilleri sono”. Stralci e pillole d’interviste che disegnano un Camilleri letterato, autore, produttore, regista teatrale, uomo, nonno, etc…, che immagina la sua Sicilia e la sua Italia alla luce del Diritto e della Ragione. Del resto anche Sciascia amava andare a Parigi a trovare la sua parte lunare offuscata da quella “terra pazza dove il sole batte 8 mesi l’anno.