Depositata lunedì la risposta dello Stato al ricorso presentato da Aspi al Tar della Liguria
Per l’Avvocatura dello Stato “Autostrade è stata reticente”, “racconta favole” e “si è autoesclusa dalla ricostruzione.
Lunedì scorso, gli avvocati Anna Maria Bonomo e Giuseppe Novaresi, per conto della presidenza del consiglio e del Mit, hanno depositato al Tar della Liguria la risposta al ricorso presentato da Aspi per chiedere l’invalidazione della nomina del commissario Bucci e di molti degli atti da lui emanati, compresa l’assegnazione dell’appalto di ricostruzione del ponte Morandi alla cordata Salini-Fincantieri-Italferr.
Il contrattacco dell’Avvocatura
Trentadue pagine in cui – scrive Il Secolo XIX – l’Avvocatura accusa la concessionaria di essere stata “chiaramente lacunosa e financo reticente su alcuni aspetti essenziali di una vicenda che ha avuto eccezionale risonanza”, di raccontare “favole” e di aver prospettato soluzioni e tempi “fantasmagorici” per la ricostruzione.
“Autostrade si è autoesclusa”
Gli avvocati dello Stato dichiarano anche che Autostrade “si è esclusa da sola dalla partita” della ricostruzione, perché sono stati i pm a legittimare il commissario Bucci riconoscendolo come “unico soggetto” titolato a gestire la messa in sicurezza e la demolizione del viadotto” ed Autostrade non si è opposta alla Procura. Non solo: non ha neanche fatto pervenire al commissario, in tempo utile e nei modi prefissati i propri progetti.
Ancora: ha spacciato come “migliorative” le manutenzioni ordinarie per rifarsi “sui pedaggi”, il rapporto con lo Stato è stato “completamente snaturato” e sarà necessario mettere mano alle sue polizze assicurative per capire quanto “effettivamente” pagherà per risarcire il Paese dal crollo del Ponte Morandi.
Il contenzioso va risolto davanti al Tar del Lazio
L’Avvocatura ricorda anche che la convenzione relativa alla rete autostradale stabilisce che ogni contenzioso debba essere risolto davanti al Tar del Lazio e quindi è a quelle toghe che la concessionaria avrebbe dovuto rivolgersi, non al Tar della Liguria.
Il ruolo delle compagnie di assicurazione
Fra i punti contestati dall’Avvocatura, scrive Repubblica Genova, anche la possibilità che si debba procedere ad “un’istanza di accesso per acquisire copia delle polizze assicurative e verificare quanto, del danno conseguente al crollo del ponte Morandi, effettivamente gravi su Aspi e quanto sulle Compagnie di assicurazione del gestore autostradale”.
“Dall’azienda solo atti virtuali”
Sul finire del documento presentato, gli avvocati scrivono: “È necessario uscire dalla fantasiosa favola virtuale e dagli eleganti atti processuali che Autostrade ci ha propinato, soprattutto per rispetto delle 43 vite spezzate, tra cui un bambino di 8 anni… quel giorno andavano a lavorare, partivano o ritornavano da una vacanza. Su quel ponte vivevano serenamente un tratto della loro vita e avrebbero avuto, loro sì, il diritto di continuare a farlo. E Aspi avrebbe avuto, soprattutto, il dovere di consentirglielo”.
Infine: “Affronti Autostrade una tale realtà… per farci capire quale potrebbe essere il giorno iniziale dei fantasmagorici tempi di ricostruzione che indica in una nota del 26 novembre… Forse quel termine iniziale lo dobbiamo collocare alla fine del processo penale?”.
Ricordiamo che l’udienza di fronte al Tar della Liguria è prevista per il 27 febbraio.
FOTO IL SECOLO XIX