A maggio sembrava che fossimo alla vigilia di un esodo. La realtà ha ovviamente detto ben altro. Un caso quasi isolato nel calcio di oggi
I giusti desideri di ciascuno
Il calcio contemporaneo, soprattutto nel rapporto tra calciatori-procuratori-club, ci ha abituati a uno schema fisso. Con gli agenti, o talvolta i calciatori stessi, che ogni stagione si rendono protagonisti di mal di pancia. L’obiettivo è sempre il medesimo: portare a casa più soldi possibile, oppure alzare tanto il prezzo da indurre il club alla cessione e consentire così al calciatore in questione di percepire altrove uno stipendio più congruo.
È capitato al Napoli, ovviamente. È legittimo, fisiologico. Ricordiamo il caso Cavani, ma non solo. Ciascun professionista – e non soltanto i professionisti – cercano di guadagnare il più possibile. Sarebbe assurdo il contrario.
In due giorni, però, a Napoli si è registrata una controtendenza. O quantomeno un accenno di controtendenza. O comunque due episodi che fanno riflettere. Soprattutto quello di ieri, con protagonista José Maria Callejon che ha detto chiaro e tondo che lui desidera rimanere a Napoli. Le sue parole hanno colpito persino noi che siamo piuttosto refrattari a questa retorica – spesso fasulla – legata al calore della città. Ma leggere le dichiarazioni di Callejon («Le persone mi abbracciano per strada, mi vogliono bene, mia figlia parla il dialetto») ci hanno colpiti. Lo spagnolo – oggi vicecapitano – ha detto che parlerà con De Laurentiis, che vuole rimanere qui.
Lo stesso Mertens, oggi, ha rilasciato dichiarazioni non sovrapponibili a quelle di Callejon ma comunque improntate alla serenità. «Sto bene a Napoli, ho un contratto fino al 2020, al momento non penso ad altro e non ho disdetto la casa».
Lo scorso anno sembrava che tutti volessero andar via: non era vero
Segno che nel Napoli i calciatori stanno bene. Ogni tanto, ma sempre più raramente, qualche mal di pancia emerge. Ma i casi sono sempre più rari. È un altro segnale della solidità dei rapporti che il club è riuscito a creare con i propri calciatori. Lo scorso anno, a maggio, sembrava che ci fosse un esodo con tutti i calciatori desiderosi di andar via. Ovviamente la realtà ha detto ben altro.
Poi, ovviamente, bisogna mettersi a tavolino e vedere se le reciproche esigenze – del Napoli e dei suoi calciatori – cono conciliabili. Ma il dato – in controtendenza rispetto a tanti club di Serie A e non solo – andava registrato.