Avevamo letto di una presunta spaccatura nel club tra chi – per il dopo-Allegri – tirava per Pep e chi per Zizou. La realtà è leggermente diversa
Il giorno della remuntada
È una giornata particolare per la Juventus. I bianconeri si giocano tutto nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro l’Atletico Madrid di Simeone. All’andata, come molti sapranno, è finita 2-0 per i colchoneros. Ma la Juventus ha tutte le carte in regola per rimontare. Quella remuntada che sfiorò lo scorso anno nell’altra Madrid, quella principale oseremmo dire. E al Santiago Bernabeu, a spegnere gli entusiasmi bianconeri fu Cristiano Ronaldo che questa sera gioca con la Juve.
Scenari fantasiosi
Sui giornali, però, è già futuro. Forse con eccessiva fretta, dopo la sconfitta dell’andata al Wanda (non lei) Metropolitano, si è dato per certa la partenza di Massimiliano Allegri. E la realtà dipinta dai media è stata una realtà di primo piano, addirittura con una presunta spaccatura all’interno del club tra gli allenatori che avrebbero dovuto rimpiazzare Allegri. Abbiamo letto di una divisione tra chi desiderava Zidane (nella fattispecie Andrea Agnelli) e chi invece (Paratici) avrebbe voluto a Torino nientemeno che Pep Guardiola.
È finita come è finita. Con Guardiola che ha seccamente smentito un suo eventuale passaggio alla Juventus («Vado via dal City solo me si esonerano») e Zidane che ieri ha ufficializzato il suo ritorno al Real Madrid. Ora, più modestamente, si è tornati ad Antonio Conte che resta ovviamente un grande allenatore. Lo ha dimostrato sia alla Juventus sia al Chelsea dove in due anni ha vinto una Premier (al debutto) e una FA Cup.