SIPARIO AZZURRO – Per la Juve la storia del cinismo non regge più, Gli azzurri si battono, sbagliano, creano, giocano, vanno in rete. Ma perdono
Prologo
La gara più attesa della giornata, la gara più attesa del campionato, la gara più attesa in ogni arco temporale, come fosse domenica, come fosse Natale, come fosse il proprio compleanno. E il regalo ? Lasciamo perdere. Napoli – Juve è la partita, perché scalda i cuori dei romantici, raffredda quello dei cinici e da l’illusione ai “leoni” d’ogni luogo ti tirare fuori il meglio o il peggio di se, a seconda dei punti di vista. Ma questa è un’altra storia. Il fatto però è che Napoli – Juve, è l’insieme di tante storie, che messe tutte insieme restituiscono un’ unica, bene o male fedele immagine di quel che rappresenta questo “semplice” incontro di calcio.
San Paolo quasi pieno, ambiente tutto sommato gradevole e tifosi bianconeri mimetizzati come vietcong in ogni zona d’ombra disponibile. Azzurri in campo con Meret, Malcuit, Maksimovic, Koulibaly e Hysaj, Callejon con Allan, Fabian Ruiz e Zielinski in mediana, Milik ed Insigne in attacco.
Atto primo
I primi minuti di gara, come ormai da consuetudine, ripeto ogni volta, illustrano quello che sarà il copione della gara, Juve per niente interessata all’arra di rigore azzurra, Mandzukic e Bernardeschi mascherati da attaccanti, Ronaldo abbandonato li, davanti, a sognare un pallone volontariamente calciato da quelle parti. Il Napoli fa la gara. All’undicesimo minuto Zielinski sfiora il palo con un tiro da sinistra. Due minuti dopo, il San Paolo si ferma per rendere omaggio a Davide Astori, ad un anno dalla scomparsa. Venticinquesimo minuto, Malcuit, con un retropassaggio, alla vista incomprensibile mette Ronaldo davanti a Meret, il portiere esce, il portoghese cade, cos’è cosa non è, Napoli in dieci e calcio di punizione dal limite. Entra Ospina ed esce Milik. Qualche minuto dopo Pjanic alla battuta, tiro a giro, 0-1. Proteste, cori, tragedia sportiva, giustizia sportiva, la Juve è in vantaggio. Ventinovesimo minuto, Ruiz per Zielinski, sinistro del polacco e palo. Trentatreesimo minuto, Insigne di destro ma parata dell’estremo difensore bianconero. Minuto trentanove, Bernardeschi al centro, Emre Can di testa e 0-2. Il primo tempo di fatto termina qui. Squadre negli spogliatoi, polemiche, lamenti, riflessioni, solite storie.
Atto secondo
Squadre di nuovo in campo e trama che non cambia, nonostante o forse ancor di più considerato il doppio vantaggio bianconero. Quarantasettesimo minuto, Pjanic intercetta con un braccio un passaggio di Allan, secondo giallo e rosso anche per il centrocampista della Juventus. Ristabilita la parità numerica. Il Napoli organizza l’assedio, ed al sessantunesimo minuto Insigne pesca Callejon al centro dell’area di rigore bianconera, colpo perfetto dello spagnolo e 1-2. Gara riaperta. Ci provano Allan, Ruiz e Zielinski, la Juve è nell’angolo, senza alcun accenno di reazione. Al settantottesimo Ounas sostituisce Maksimovic, Ancelotti prova il tutto per tutto. Ottantaduesimo, Alex Sandro tocca di mano in area su cross di Ruiz, Var e calcio di rigore per il Napoli. Il San Paolo è una bolgia. Insigne dal dischetto, palo. Il risultato resta sul 1-2. La gara finisce li, il pubblico applaude, fischia, si arrabbia si emoziona, qualsiasi cosa.
Epilogo
Il Napoli fa tutto da solo, la Juve vince, ma come al solito fa una pessima figura (contenti loro). La storia dell’essere cinici, in questo caso non regge, più, dicano ciò che credono e cosa fa più comodo alla loro situazione. Va bene non essere vittime della giocata a tutti i costi, dello schema spettacolare dell’organizzazione di gioco esemplare e a tutti i costi, ma di certo, non riuscire a prendere mai l’iniziativa in novanta minuti di giovo, da capolista, con i calciatori che ti ritrovi, contro la seconda in classifica, non è una gran cosa. Pensi ciò che vuole Allegri, finga pure di voler essere cinico a tutti i costi, ma questa squadra qui, quella che da qualche mese vediamo esibirsi sempre allo steso modo, abbinata alla rimonta contro l’Atletico, provoca una sonora e grassa risata. Contenti loro. Il Napoli, fa la sua partita, si batte, sbaglia, crea, gioca, va in rete. Insigne sbaglia il rigore che avrebbe potuto cambiare la partita, perché tira lui? Perché non un altro, perché le lacrime, perché non riesce sempre ad essere decisivo, sono solo domande, dubbi, chiacchiere. Il Napoli c’è la Juve no. Testa al Salisburgo ora, testa all’Europa League, Forza Napoli.