Per il quotidiano “l’Inter ha detto a Icardi che è stata di Spalletti la decisione di togliergli la fascia”. Lo spogliatoio nega di aver avuto un ruolo
Inediti particolari
Oggi su Repubblica trovate un articolo puntuale che finalmente mette in chiaro alcuni punti del caso Icardi. Caso che resta misterioso. Soprattutto evidenzia il ruolo di Spalletti nella vicenda. Fin qui, si è sempre pensato che a provocare l’autolesionistica decisione dell’Inter di togliergli la fascia di capitano fosse dovuta alle parole di Wanda Nara a Tiki Taka (“Se mi date da scegliere tra il rinnovo e l’arrivo di uno che gli mette 5 palloni buoni, forse preferisco che Mauro abbia un aiuto in più”), ma Repubblica – a firma Marco Mensurati – la racconta diversamente.
La correda di particolari inediti, uno su tutti. Il ruolo di Spalletti nella vicenda. Repubblica scrive l’Inter dice a Icardi che la decisione di togliergli la fascia è stata di Spalletti su richiesta dello spogliatoio.
«Non glielo ha chiesto nessuno di noi – rivela aRepubblica una fonte interna -. Lo spogliatoio è diviso in tre bande: italiani, sudamericani e slavi. I rapporti di Mauro sono buoni con tutti ad eccezione di Perisic, Brozovic e Handanovic. Lo stesso non si può dire di Spalletti».
Ed emerge il racconto di un duro faccia a faccia avvenuto, qualche settimana prima della revoca della fascia, tra l’allenatore e il capitano. «Icardi era infastidito dai toni che stava usando Spalletti nel criticare i compagni e gli chiese di moderarli. Anche perché venivamo da una vittoria e non c’era motivo di essere così isterici. La reazione fu violentissima». La sensazione di aver subito un’ingiustizia, per Icardi, è fortissima. L’ego argentino del capitano è ammaccato. Manda messaggi alla società ricordando di avere il “record” del 97,5% di allenamenti svolti puntualmente, a dimostrazione della sua professionalità, ma non serve a nulla. Spalletti è irremovibile. E il club – con la squadra in piena corsa per la zona Champions – non ha la forza di intervenire.
Il presidente Steven Zhang il quale, contrariamente a quanto messo in giro da alcuni manager nerazzurri, non lesina segnali di pace nei confronti di quello che considera «un asset strategico del club».