Allegri ritrova l’udito, il Napoli si distrae e a Frosinone va in scena il rigore più lungo della storia: nove minuti per decidere se fischiarlo o no
FALLI DA DIETRO – 30A GIORNATA
Fatali distrazioni di metà settimana.
Chi si distrae e chi no.
Secondo il Principe Charles-Joseph de Ligne, intellettuale illuminista del XVIII secolo, le persone distratte hanno idee e sono buone.
I cattivi invece hanno sempre presenza di spirito.
Affermazione, forse eccessiva e un po’ manichea, che non mi sento di difendere fino in fondo.
Sia come sia, niente distrazioni a Cagliari per gli ergastolani.
In goal anche il golden boy Moise che poi va a esultare sfidando i cori. Braccia allargate e sguardo impavido.
Alle Olimpiadi di chi la spara più grossa partecipano in molti.
Ma quando scende in campo il sempre più detestabile Bonucci, noto spostatore di equilibri, non ce n’è per nessuno.
Proprio lui, trova eccessivamente provocatorio il gesto del giovane compagno.
Lui, immemore del gesto che dedicò nella sua breve parentesi rossonera ai suoi temporanei ex tifosi.
Per l’occasione anche Acciu condanna il gesto del ragazzo.
Proprio lui che ignorò il ben più plateale e scurrile invito alla fellatio del Toy Boy.
Ma Acciu diventa commovente quando, a sorpresa, si schiera in difesa dei diritti civili.
I razzisti devono stare fuori dagli stadi.
Tuona con la vocina fessa presa in prestito da quel noto giornalista-prezzemolo che non vede l’ora di andare in tv per l’orgasmo di farsi ripetere all’infinito “capra” da Sgarbi.
Tutti a compiacersi per la sua improvvisa guarigione da ipoacusia.
Proprio lui che lo scorso settembre dichiarò sprezzante di non aver sentito i cori assordanti e reiterati contro l’Imperatore Nero allo Stadium.
Distrazione Londra
Distrazione Londra per gli azzurri al Castellani.
L’Agnolotto si distrae a tal punto da perdere il meglio di sè. Non ne azzecca una. Era già successo a Marassi contro i Ciclisti. E a San Siro in Coppa Italia. Era successo a Reggio e contro i Pandoro.
Troppe cose da sperimentare. Troppo da dimenticare.
Dimenticare il talentuosissimo Signorinello Pallido in un centrocampo a due.
Risulterà comunque il migliore, alla fine. Ma mai più lì al centro. Se a sinistra c’è un Amin che non protegge e un Barilotto lusitano che fa l’ala.
Dimenticare Adam, il vago magrebino di Chambray-lès-Tours.
Dargli un appuntamento magari in estate, per la sfida sulla sabbia contro gli odiati fighetti del bar di fronte.
Dove certamente farà sfracelli. Ma non dietro Arcadio, l’Armadio di cristallo, col compito per di più di pressare alto.
Dimenticare l’Imperatore Nero a destra.
Quando di fianco bighellona un Cavolfiore giallo che promette di fare la cavolata in difesa. E puntualmente mantiene.
Dimenticare gli esperimenti.
Non è più il tempo.
E’ aprile.
E’ il tempo delle ciliegie da cogliere e da gustare.
Le ciliegie. Rosse come le maglie dei Gunners.
Gattuso e il Milan
Ancora distratto dalla sbornia derby, di ormai svariate settimane fa, Ringhio non si raccapezza più.
Tudor sguinzaglia un furioso Okaka che atterrisce i diavoli e ne complica l’obbiettivo Europa.
Domenica inoltre si va allo Stadium senza il Topone Gigante e senza Paquetà.
Distratti anche gli Aquilotti a Ferrara contro i rocciosissimi Salesiani di Semplici.
Il Var decreta un rigore all’89.
E Petagna spietato frena la corsa per la Champions di Inzaghetto.
Var protagonista anche allo Stirpe.
E’ il minuto 94 e punteggio è di 2-2.
Mischia nell’area ducale con carica di Gobbi su Paganini.
Sembra rigore netto.
Ma Manganiello deve decidere sul precedente fuorigioco difficile da valutare.
Guarda e riguarda le immagini sul monitor e non sa che pesci pigliare.
Passano interminabile i minuti.
E lui continua a riguardare – concentratissimo, senza distrarsi – le immagini dal video.
Non si distrae neanche quando la curva intona a sfottere “A mezzanotte, finiamo a mezzanotte”.
Poi finalmente la decisione definitiva arriva.
Al 103esimo minuto, dopo quasi nove di consulto.
Daniel Ciofani va sul dischetto e trasforma il penalty per una gara da ricordare.
Prima vittoria ciociara in casa. Record assoluto di consulto.
Ma è il giorno del ritorno della Wandissima.
Mentre la gnora si sparacchia un paio di selfies di culo e di tette a uso dei social, lui fa il suo ingresso a Marassi.
Ed è un ingresso da star dell’Avanspettacolo anni 50.
Prende un palo a porta vuota.
Poi si procura un rigore. Che trasforma senza distrarsi con la freddezza di Schwarzy.
Mentre il capo-tifoso alza la mano e intima agli ultras che pendono dalle sue labbra di non esultare, gli slavi in campo, obbligati ai complimenti, s’inventano un abbraccio molto affettuoso.
Mano sul collo e testa che guarda dall’altra parte.
Distrazioni di metà settimana.
Matteo Richetti del PD investito mentre, distratto, attraversa la strada.
Quella nuova indicata da Zingaretti.