I buu razzisti a Cagliari, le frasi di Bonucci e Allegri. E anche lo studio di Sky Sport che stavolta ha ricordato il senso civico dimenticato con Koulibaly
Per la Juve a Sky c’è più sensibilità mediatica
È tornato il razzismo, in realtà non se n’è mai andato. È tornato in maniera prepotente, diciamo noi, anche perché è stata coinvolta la Juventus la squadra mediaticamente più considerata. Il razzismo nei confronti di giocatori della Juventus fa scattare persino i giornalisti di Sky Sport che la sera di Inter-Napoli furono eufemisticamente non altrettanto pronti a commentare e denunciare il trattamento razzista riservato a Koulibaly. Diciamo anche che rimediarono una figuraccia cui cercarono – in una maniera che oggi potremmo definire alla Spalletti – di rimediare.
Ieri è successo che il giovane attaccante della Juventus ha segnato il gol del 2-0, ha esultato allargando le braccia di fronte alla tifoseria avversaria – da molti è stato interpretato come un segno di sfida – ed è stato quindi sommerso da buu razzisti che hanno colpito Matuidi. La Gazzetta ha definito l’esultanza “alla Balotelli” che di fatto equivale a una condanna.
Da Allegri a Bonucci
Nella stessa Juventus, da Allegri a Bonucci, ci sono state dichiarazioni improntate anche alla condanna, vabbè definiamola sottolineatura, del comportamento di Kean. Per Bonucci:
C’è stato qualche buu razzista solo dopo il 2-0, ma la colpa è 50 e 50, perché Kean deve essere più contenuto e pensare a esultare con la squadra. I giocatori devono essere di buon esempio ma i tifosi non devono fare queste cose. Kean ha sbagliato e la curva ha sbagliato.
Per Allegri:
Kean deve maturare e rispettare gli avversari. I giocatori non devono istigare e i tifosi non devono lasciarsi andare ad atteggiamenti sbagliati. Nella vita come allo stadio ci sono gli imbecilli e la gente normale. Con le telecamere vanno presi e cacciati dagli stadi per sempre. Il problema è che questo nessuno vuole farlo.
Non sappiamo cosa sia la provocazione. Andare a esultare a braccia aperte di fronte alla tifoseria avversaria è provocazione? Va bene, possiamo accettarlo. Però è provocazione per un bianco come per un nero. Perché il nero, per essere accettato, non deve sempre interpretare l’umile che ringrazia ogni secondo di essere stato accolto alla tavola imbandita. Si può essere stronzi anche da neri. Anzi si deve esserlo. È o almeno è stata una battaglia di Spike Lee.
Perché la giustificazione della provocazione ci ricorda tanto le orrende difese in caso di stupro: “se l’è cercata, aveva la minigonna” o simili dichiarazioni da voltastomaco. Sarebbe bene che i protagonisti, e il rifermento in questo caso è a Bonucci e Allegri, procedessero in un’unica direzione senza alcuna giustificazione né mollezza verso comportamenti che non sono tollerabili. Altrimenti la battaglia civica è persa in partenza.