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Sconcerti: Atalanta come Leicester. L’unica squadra che rimane se stessa è il Napoli

Sul Corriere della Sera l’opinionista si sofferma sulla stranezza di un campionato in cui le grandi non sono riuscite a ritrovare se stesse e hanno dato il tempo alle altre squadre di reinventarsi

Per Mario Sconcerti il risultato ottenuto ieri dall’Atalanta con l’ingresso in Champions League non è molto distante da quello raggiunto dal Leicester di Ranieri.

La squadra di Gasperini ha il quattordicesimo fatturato, pochi giovani e molti stranieri, è gestita bene e allenata benissimo. Il suo terzo posto nello stesso campionato in cui giocano città come Torino, Napoli, Milano e Roma, con bacini di utenza e possibilità di stampa molto più grandi della sua, è equiparabile allo scudetto vinto dal Verona quando la Champions ancora non esisteva.

“Succede una volta ogni cinquant’anni di andare oltre le regole certe, ogni merito economico. Non è una speranza per tutti perché è davvero un principio raro, ma è almeno un’eccezione che riconcilia con l’idea di popolo”.

È stato un campionato strano, questo, scrive Sconcerti, in cui si è giocato un pessimo calcio. Persino Ronaldo ha fatto meno di quanto ci si aspettava da lui: 16 gol su azione, quanti ne ha fatti Pavoletti, uno meno di Milik e 5 meno di Zapata.

Un campionato in cui sono stati cambiati tanti allenatori e in cui l’unico che ha vinto è stato mandato a casa.

La vera eccezione del campionato di quest’anno, scrive Sconcerti, è stato l’errore delle altre squadre, che nonostante abbiano soldi e potere, non sono riuscite a ritrovare se stesse e hanno dato il tempo ad altri di inventarsi.

“Ricominciamo adesso con una Juve diversa e una sola squadra che rimane se stessa, il Napoli. Con una lunga serie di nuovi maestri e la paura di appartenere a un altro mondo. Non è tempo di cambiare formule e calendari. È tempo di giocare bene a calcio”.

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