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È finito il delirio della Napoli che ha creduto alla menzogna del Comandante

Per un anno intero abbiamo dovuto sopportare i lamenti delle prefiche, che a ogni occasione piangevano il Comandante esiliato da quel truce De Laurentiis

È finito il delirio della Napoli che ha creduto alla menzogna del Comandante

Oggi Napoli si è trasformata in una New Orleans festosa. Mille bare in corteo ciascuno con una banda jazz in testa attraversano la città. Si fa festa onorando i morti. Finalmente Napoli abbandona il lutto.

Per un anno intero abbiamo dovuto sopportare i lamenti delle prefiche, che a ogni occasione piangevano il Comandante esiliato da quel truce De Laurentiis.

Non avevamo mai vinto nulla con il più grande allenatore di tutti i tempi, eravamo arrivati a 91 punti e questo appagava i nostri rivoluzionari.

Altro che Che Guevara e la via cubana al socialismo. Il riformismo di Turati sarebbe stato molto più efficace. E non è detto che l’”aziendalista” Ancelotti non ci renda davvero felici.

Un anno di lamenti, urla, rosari, via Crucis, preghiere e voti ai santi. Esiliato, Maurizio Sarri dalla lontana Londra poteva contare sul suo esercito di napoletani.

Ma adesso il Comandante si è convertito andando a sedersi al banchetto dei potenti. Mi dispiace, non riesco a vedere tristezza nei napoletani. Il re è nudo, finalmente. Oggi è il nostro 2 novembre, dovremmo ricordarlo come il giorno dei nostri defunti. La dipartita del Comandante per alcuni è un tradimento, è il crollo di un mito. E invece, questo tira-e-molla che va in scena da un mese ha preparato la città al peggio.

Per un mese, per un anno era diventato il San Gennaro laico. Il Pisacane che non andava a suicidarsi contro i Sanfedisti e gli spagnoli ma che grazie alla “grande bellezza” era riuscito a trasformare la città.

E oggi Napoli non si senta orfana. Lui, il Comandante si è dimostrato un piccolo uomo. E a Napoli non c’è posto per uno come lui.

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