Le due perle in Nazionale non devono trarre in inganno. Lorenzo a Napoli ha sofferto tatticamente e dal punto di vista ambientale. Il problema sono i soldi
Pubblichiamo lo status Facebook di Antonio Guarino, giornalista di Identità Insorgenti
Due rondini non fanno primavera.
O, per dirla in termini squisitamente calcistici, due perle di così rara bellezza a poco servono per trovare una risposta chiara ed esaustiva a quel dilemma che, a mio parere, risponde al nome di Lorenzo Insigne.
Un’incognita, in primo luogo, di natura emotiva, caratteriale e finanche motivazionale.
A Napoli, Lorenzo paga il nefasto scotto del (non) riuscire ad essere profeta in patria. E lo ha dimostrato più volte. Soprattutto in quest’anno da poco archiviato. Con atteggiamenti irritanti e un linguaggio del corpo che non faceva nulla per nascondere malcontento e insofferenza. Verso i propri compagni di squadra e, mi auguro, soprattutto verso le sue prestazioni.
Quello di Insigne, però, è un quesito di difficile soluzione soprattutto sul piano tattico.
Non sono le sue innate, innegabili e straordinarie doti tecniche ad essere in discussione, quanto invece la sua incisività e utilità all’interno di una squadra e di un progetto tattico che, quest’anno, ha proposto nuove idee e soluzioni. E in cui Lorenzo, al netto dei primi tre mesi sfavillanti e promettenti come non mai, è parso un pesce fuor d’acqua, avulso e fuori contesto.
Come se i compagni seguissero uno spartito e lui ne proponesse un altro, rallentando e inficiando la composizione collettiva.
Sono consapevole di essere impopolare, soprattutto in un momento così positivo proprio per lo stesso Insigne. Ma è opportuno e inevitabile rimarcare che siamo dinanzi ad un punto di non ritorno, in cui il Napoli e lo stesso Lorenzo devono decidere se – e come – continuare insieme il proprio percorso.
Resto dell’idea che questo sia l’attimo perfetto per salutarsi con reciproca e indiscussa soddisfazione. Insigne, a 28 anni, strapperebbe il “contratto della vita”, mentre il Napoli monetizzerebbe al massimo dalla sua cessione (60-70 milioni) così da poter reinvestire l’incasso nell’acquisto di un profilo maggiormente funzionale alle idee e alle richieste di Ancelotti.
C’è davvero un club disposto a spingersi così oltre per accaparrarsi le giocate di Lorenzo?
E, soprattutto, il Napoli ha già individuato – e bloccato – il suo eventuale sostituto? Ai posteri l’ardua sentenza…