Repubblica Genova racconta lo scontro tra i difensori degli indagati e il pm Massimo Terrile che non vuole mostrare tutte le prove alla base dei 40 quesiti oggetto del secondo incidente probatorio
Uno scontro durato otto ore, ieri, nell’aula bunker del Tribunale di Genova. Da una parte i legali di Autostrade e, dall’altra, il pm Massimo Terrile.
I legali accusano il pm di non voler mettere a loro disposizione tutti gli atti raccolti finora e utilizzati per le indagini. Atti che sono alla base dei 40 quesiti posti dallo stesso pm al gip Angela Tutini nel secondo incidente probatorio, quello che mira a stabilire le cause del crollo del Ponte Morandi, del 14 agosto scorso.
Il video Ferrometal
Tra le prove che i legali vorrebbero visionare c’è il video che riprende integralmente la tragedia, quello girato dalle telecamere dell’azienda Ferrometal.
Del video ha parlato l’avvocato di Michele Donferri Mitelli, uno dei dirigenti di Autostrade indagati:
“ci saremmo aspettati il deposito del video a cui, come abbiamo letto su diversi giornali, gli inquirenti avrebbero attribuito una valenza centrale per individuare le cause del crollo e per escludere a priori alcune cause degne di particolare approfondimento, tra cui la caduta del coil da un tir. Ma quella che è stata definita a più riprese la prova regina per accertare le cause, non è stata messa a disposizione dei periti a cui invece viene chiesto di esprimersi sulle cause del crollo”.
“Incidente probatorio al buio”
Gli avvocati di Autostrade parlano di “incidente probatorio al buio” e di “un’asimmetria informativa qui addirittura plateale”.
Ritengono sia impossibile, da parte loro, discutere i quesiti posti dal pm senza poter vedere gli atti che ne costituiscono le basi. Era stato, del resto, lo stesso gip, nell’ultima udienza, a rinviare a ieri la seduta per l’incidente probatorio, proprio per dare la possibilità, ai difensori, di esaminare le domande analizzando gli atti. Che, però, non sono stati depositati dal pm Terrile.
Nella scorsa udienza lo stesso pm aveva già chiarito la sua posizione:
“Se il Giudice decide domani che delle mie 40 proposte di quesiti ne ammette soltanto 3 o ne ammette soltanto 4, io una serie di documenti che riguardano quegli altri quesiti non li consegno ai periti”.
Essendo ancora in corso la fase di indagini preliminari, in pratica, Terrile non intende mettere a disposizione tutto quanto fatto finora ma solo gli atti legati ai quesiti ammessi dal giudice.
La prossima udienza si terrà il 18 giugno. In quella sede dovrà decidere il giudice Nutini.
Le richieste dei legali
Le richieste dei legali di Autostrade, spiega Repubblica Genova, sono tre, alternative l’una all’altra.
La prima è di mettere a disposizione, subito, ogni atto su cui sono basati i 40 quesiti proposti dal pm al gip, che coprono tutta la vita del viadotto: dal progetto originario dell’ingegnere Morandi agli allarmi da lui stesso lanciati sulla tenuta del ponte; dalle analisi sulla salute del viadotto ai progetti di consolidamento effettuati fino ai controlli realizzati dal Mit.
La seconda richiesta è quella di sospendere l’incidente probatorio, chiudere le indagini e poi riprendere il dibattito quando tutti gli atti saranno a disposizione delle parti.
La terza, più estrema, prevede che sia sollevata una questione di legittimità costituzionale.
Ilaria Puglia ilnapolista © riproduzione riservata