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CorSport: Il calcio italiano è seduto sulla bolla del debito (che rischia di scoppiare)

Le squadre chiedono in prestito soldi al mercato per finanziare lo sfondamento della soglia di contratti e stipendi e pagare le commissioni stratosferiche di agenti e faccendieri

CorSport: Il calcio italiano è seduto sulla bolla del debito (che rischia di scoppiare)

75 milioni per De Ligt, 45 per Barella, 85 per Pepé e per Lukaku. Icardi messo in vendita per 70, Higuain tentato per 36.

A pagare tutti questi acquisti è il debito, scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport. Il calcio italiano si finanzia chiedendo soldi in prestito al mercato.

La Juve, l’Inter e ora la Roma (il club più indebitato della serie A, che punta a estinguere un precedente debito e a fare cassa con un bond in obbligazioni di 275 milioni) emettono bond per finanziare il mercato,

“cioè per fronteggiare, da squadre leader, lo sfondamento costante della soglia di contratti e stipendi. E pagare, da ultimo, le commissioni stratosferiche di agenti e faccendieri, veri burattinai del mercato”.

Ciò vuol dire, scrive Barbano, “che l’intera macchina del gol è seduta su una bolla che rischia di scoppiare”.

A gonfiare il sistema sono la Cina e l’America, che allettano calciatori di seconda fascia, come El Shaarawy e Pellé con compensi irragionevoli. Completano l’opera i fondi sovrani arabi e gli oligopoli russi, “mettendo il carico da novanta dei loro petrodollari nell’azionariato delle società europee”.

Fa tenerezza la crociata dei presidenti, pieni di debiti, contro la SuperChampions, “a difesa di un campionato che nelle ultime otto stagioni è stato più avvincente nella lotta per non retrocedere che in quella per lo scudetto”. Ignorano che gli effetti di fenomeni globali si governano solo con istituzioni globali, altrimenti si soccombe.

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