Sul Corriere della Sera: “Nella scena della scommessa tutti hanno messo sul piatto la propria dignità. Ma Napoli non è più la città degli sciuscià”

Un’umiliazione. Marco Demarco definisce così, sul Corriere della Sera, la scommessa di Balotelli di cui abbiamo raccontato ieri. In vacanza in penisola sorrentina, ha offerto 2mila euro a un ragazzo se si fosse buttato a mare con lo scooter.
Tutti, scrive Demarco, da chi assiste ridendo alla scena a chi incita, hanno messo “sul piatto la propria dignità. E l’impressione è che lo sappiano. Dopo aver lanciato la sfida, Balotelli piega la testa e accende una sigaretta, si vede che è a disagio”. Partecipano tutti a un’umiliazione collettiva, con Balotelli che dopo aver lanciato la sfida si accende una sigaretta e lo sfidato che resta in mutande e si sottomette accettando il ruolo che è stato deciso per lui.
Aggiunge Demarco:
Entrambi (Balotelli e l’uomo che accetta la scommessa, ndr) partecipano così all’umiliazione collettiva. Che non sta tanto nell’umiliarsi umiliando l’altro offrendogli due mila euro, come fa Balotelli che se lo può permettere; o nel denudarsi e mettersi in mostra per battere addirittura Super-Mario, come fa il giovane tuffatore motorizzato. Ma che sta, piuttosto, nell’accettare il ruolo che altri hanno deciso per noi.
“Balotelli è quello delle balotellate? Ed eccolo appunto mentre ne fa una. Il napoletano del cliché è quello che non si fa mettere nel sacco dal riccone di turno? Ed eccolo appunto vincere la sua partita”.
Ma Napoli non è più la città degli scugnizzi pagati per buttarsi dagli scogli, scrive Demarco, né quella degli sciuscià.
“È semmai la città che tra i simboli delle Universiadi ha scelto un altro tuffatore, quello affrescato a Paestum. Cioè la testimonianza di tutta un’altra storia”.