Più il piemme parlava e più Montalbano pinsava che non era escluso che un giorno saltasse fuori anche il nome di Tommaseo in qualche ‘ndagine alla Palamara per favori sessuali per sentenze aggiustate
Catarella (al telefono con Montalbano): “Dutturi, dutturi, un’ammazzatina ci fu!”:
M: “Catarè, dove successe?”.
C: “In un ‘mobile a Corso Garibaldi: è una picciotta vintina. Avvisai già il vice commissariu Augello e l’ispettori Fazio. Stavi per arrivare in loco anco il pimme Tommasseo”.
M: “Catarè, chiama Augello o Fazio e dicci che sto arrivando”:
C: “Sarà il fatto, Vossia”.
Ripresosi dalla nutizia laida e dal laido parlari di Catarella Montalbano giunse in loco dove c’era già il circo questri rappresentato dalla scintifica, ma iddo con il capo non si pigliava e diligò Fazio alla bisogna. La picciotta era stata massacrata e intanto mentre aspittava Pasquano che era il midico ligali – erano andati a prilivarlo al circolo sociali dove si diciva spardasse il suo stipendio; nota del ridatturi – vide che era appina arrivato il pimme Tommaseo, come lo chiamava Catarella.
M: “Signor giudice come sta?”.
T: “Bene, commissario si sa già se la ragazza è stata violentata?”.
M: “Dottore, questo ancora non lo sappiamo pirchì Pasquano non è ancora in loco, Però dalle prime indagini effettuate dal mio collaboratore l’ispettore Fazio posso dirle che il corpo della picciotta è stato ritrovato pieno di lividi e di arrossamenti”.
T: “Cosa sappiamo della picciotta?”.
M: “Prestisimone Carmela era una studentessa in liggi che sembra facesse una vita abbastanza quieta e che si recava solo per dari gli esami a Palermo una volta ogni due misi”.
Fazio: “Me scusassero: abbiamo ritrovato delle foto dove la picciotta era in pose osé”.
T: “Vede Montalbano, ma quale quieta: queste ragazze odierne dietro un’apparenza solida e coerente nascondono le peggiori nequizie. Ispettore, appena Jacomuzzi – il capo della scientifica; nota del ridatturi – ha finito con i rilievi mi faccia portare in Procura queste foto magari con ingrandimenti perché devo analizzarle personalmente per trarne elementi decisivi per il buon corso delle indagini”.
Il piemme Tommaseo era noto per le sue particolari predilezioni femminili che sfociavano in comportamenti che sfioravano il più classico dei feticismi. Montalbano ci si divertiva ed anche in quella circostanza ritenne opportuno inzupparci il biscotto.
M: “L’ispettore provvederà quanto prima alla bisogna, signor giudice, ma lei pinsa ad una pista di studentesse che si prostituivanno per ottiniri favori, soldi e cocaina?”.
T: “Nulla va escluso, commissario, in questo tempo che pone la lussuria come motore di un capitalismo dimentico dei valori propri della famiglia tradizionale”.
M: “Bene dicisse, dutturi”.
T: “L’indagine a mio giudizio non deve trascurare piste di prostituzione delle extracomunitarie che solcano perigliosamente il nostro mare”.
M: “Scusasse dutturi, ma che ci trasino le etracomunitaria: la Prestisimone era sicilianissima ed anche di carnagione caucasica”.
T: “Montalbano non faccia l’ingenuo: lei a volte mi cade dal pero”.
M: “Ma quali piro, duttori, qui nonsi sente niscuna puzzo di abbruciato”.
T: “Montalbano piano con questa laida ironia da scaricatore di porto: non si ricorda lei l’inchiesta sulle misse nire con inaugurationes sessuali di giovani picciotte siciliane avviate alla pira sacrificale da extracomunitarie africane istigate con sostanze stupefacenti da santoni?”.
M: “Ancora pira, dutturi, lei si amminchiò con questi pira. E mi scusasse ma che ci trasino le misse nire fatte dalla nire con i santoni con il caso dell’ammazzatina della caucasica Pristisimone?”.
T: “Montalbano, mi meraviglio di un investigatore della sua qualità: bisogna sempre andare al di là dell’apparenza e cercare di entrare nella psiche malata – cosi come fanno negli States; nota mintale del piemmi– di questi nuovi criminali che sicuramente per la maggior parte vengono da Paesi dove la democrazia è latitante”.
Montalbano strammò: sulla latitanza della dimocrazia in Italia aveva le sue iddea ma prifiriva tinersele per si midesimo.
M: “Bah, proprio gli Uessei non mi parino proprio un modillo da seguitare nelle ‘nvestigazione: lo stisso Falcone andò nella Merica a fare lizione alla Effebiai”:
T: “Ma cosa dice Montalbano i nostri liberatori americani sono l’acme della tecnica investigativa globalizzata: non vede come la loro società è pregna di garanzie per il cittadino medio che paga le tasse”.
M: “Sarà come dice Lei dutturi ma a mia pare che sono miglio gli Inglisa come policia”-
T; “Opinioni sue Montalbano: ma torniamo nel seminato. Abbiamo già notizie sulle particolarità sessuali della Prestisimone? , lesbica, bisessuale, piscitariana?”.
M: “Pisci cosa? Dottore ma lei con questa storia della pira non si sarà mica abbrusciato qualichicosa?”.
T; “Commissario non mi dica che lei non conosce il termine piscitariana che oramai è entrato nel linguaggio colloquiale comune anche in riferimento alle preferenze di persone che hanno un’alimentazione che riduca i grassi animali?”.
M: “Ma che minchia ci trase l’alimentazione con i delitta?”.
“ ‘Ci trase’ – lei sta incominciando a parlari come a Catarella; nota mintali del piemme – come dice lei perché le abitudini alimentari si riverberano sulle condotte criminali per un percentuale che sfiora l’80% dei casi, non la legge la letteratura scientifica sul tema?”.
Montalbano leggeva la litteratura tradizionala: Simenonne, Camilleri, Montalban, Vargas: ‘nsomma gialli e nuari come li chiamavano ora. Ma più Tommaseo parlava e più Salvo Montalbano pinsava alle ‘ndagini che stava facenno Pignatone a Roma ed allo scatafascio che stava ‘nvestendo il Ciesseemme. Non era escluso – usando l’immaginazione che gli intimava Tommaseo; nota del ridatturi – che un giorno saltasse fuori anche il nome di Tommaseo in qualche ‘ndagine alla Palamara per favori sessuali per sentenze aggiustate. Forse aviva ragiuna Birlusconi – che almeno una qualichi ragiona doviva averla; nota del ridatturi – a proporre al Parlamentu un esame psichiocratico alli iudica. Anzi Montalbano si spinse più oltre; speriamo che fanno spusare pure li parrini, così stiamo tutti meglio.