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La Federnuoto ammonisce il nuotatore Horton che viene applaudito al villaggio atleti

Lettera della Fina dopo la protesta dell’australiano di non salire sul podio (ai mondiali) contro per i sospetti di doping sul cinese Sun Yang

La Federnuoto ammonisce il nuotatore Horton che viene applaudito al villaggio atleti

Da un lato la politica, il potere. Dall’altro, lo sport. Ai mondiali di nuoto in corso a Gwanju, Corea del Sud, ieri è andata in scema che a qualcuno ha ricordato la protesta di Tommie Smith e John Carlos a Messico 68. Ovviamente ci sono un po’ di differenza. Nessuna protesta politica, in senso propriamente detto. Ma politica sportiva sì. L’australiano Horton è rimasto ai piedi del podio dei 400stile libero, non ha riconosciuto quale vincitore il cinese Sun Yang, già squalificato nel 2014, e accusato di aver distrutto provette di sangue destinate ad un controllo antidoping e da tempo atleta molto chiacchierato.

Horton è rimasto a guardarlo senza salire sul podio. Non ha riconosciuto la sua superiorità sportiva perché sulla sua prestazione gravano troppi sospetti.

Oggi, la federazione internazionale di nuoto – Fina – ha comunicato di aver inviato una lettera di richiamo a Horton e alla Federazione australiana.

Nella lettera è scritto che la Federazione “rispetta il principio della libertà di parola, ma deve essere espressa nel giusto contesto. Gli atleti e i loro entourage sono consapevoli di dover rispettare i regolamenti internazionali e di non utilizzare gli eventi Fina per dichiarazioni o gesti personali”.

La Fina ha inoltre aggiunto che della vicenda si sta occupando il Tribunale arbitrale sportivo di Losanna (Tas) e quindi non sarebbe appropriato, da parte della Federazione, commentarla. La decisione non arriverà prima di settembre.

Diversa la reazione nel villaggio degli atleti. Al momento del suo ingresso a mensa, Horton è stato accolto da un lungo applauso, tanti colleghi si sono alzati e hanno reso solenne il momento.

Ci sono stati alcuni commenti ufficiali. La nuotatrice americana Lilly King ha detto: «È stato bello vedere gli atleti uniti al suo fianco per supportarlo: nessuno alla Fina difenda gli atleti, quindi gli atleti si difendono da soli».

L’australiano Mitch Larkin: «Mack non è solo in questa battaglia, il 99% dei nuotatori la pensa come lui. È stato coraggioso e lo rispetto molto per questo».

Sulla stessa linea il dorsista americano Matt Grevers: «Non avrà scosso Sun Yang, ma ha lanciato un messaggio: finché non verrà   fatta piena luce, non ci fideremo di te».

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