L’autrice incentra la sua storia proprio sulla vita celata di questo talento della fotografia che nel 1954 è nella fiction romanzesca presso i Warren
Non conoscevo la giovane scrittrice Francesca Diotallevi e dopo la lettura di “Dai tuoi occhi solamente (pagg. 207, euro 16.50; Neri Pozza editrice)” posso dire che mi ero perso qualcosa. Il suo ultimo romanzo ci parla di una figura fino a pochi anni fa misconosciuta della fotografia mondiale, Vivian Maier, di cui solo ora vengono alla luce testimonianze tramite il possessore delle sue opere.
Il talento di Vivian Maier
La Diotallevi incentra la sua storia proprio sulla vita celata di questo talento della fotografia che nel 1954 è nella fiction romanzesca presso i Warren, una famiglia borghese di Southampton nello Stato di New York che ha nel capofamiglia Frank uno scrittore di successo e di cassetta ed in Celia – la giovane moglie – una donna infelice e ricca.
Vivian ha il compito di curare i bambini Grace ed Arthur. In realtà la tata è una persona che si nasconde – la sua vita avrebbe puto fare sfoggio di sé in un testo “Bartleby e compagnia” dedicato da Vila-Matas ai fotografi – perché quando ha tempo per sé lo usa fotografando gli altri: è una donna che ha uno sguardo capace di cogliere le vite degli altri. Non si è fatta una famiglia propria perché ha vissuto un’infanzia dove una madre – Marie – non ha saputo trasmetterle affetto e solo la frequentazione di Jeanne – una fotografa di talento – ha saputo indicarle la passione artistica del disegno della luce.
La sua vita a casa dei Warren s’intervalla nel romanzo con le sue vite precedenti fatte quasi tempo di rimpalli tra la Francia e gli Stati Uniti, sempre in cerca con la madre Marie e poi da sola, di un suo posto giusto: in realtà sempre rispondendo alla legge della fuga che è l’unica cosa che le ha trasmesso la madre. Poi capisce che Frank – in cerca inutile di una sua voce propria nella scrittura – ha un’anima affine a lui e le dice che ha talento per la fotografia, cosa che già rincontrando l’anziana Jeanne, le viene ribadita. Ma Vivian continuerà a fuggire gli altri ed anche la speranza di un amore.
Il testo s’interroga sul significato del talento artistico
Leviatano che mangia chi ne possiede. Ma è anche una luce sull’infanzia e sull’amore: “quella forza capace di sciogliere nodi, di abbattere resistenze. Di colmare vuoti”. Per capire tutti questi concetti bisogna leggere la Diotallevi che sa assemblare tutti questi materiali in una lingua solo apparentemente leggera – ma frutto di tanto lavoro – che ti tiene incollato alla lettura con frequenti intervalli per meglio gustare il distillato di vita che profuma moltissime pagine. Libro sconsigliato a chi legge cose mediocri alla moda.