Il sovrintendente Garella è passato da no al nì. Bisogna aspettare che vada in pensione per salvare un appuntamento che altre città reclamano
Da signor no a signor nì
Il Signor NO Luciano Garella, responsabile della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, questa volta ha superato se stesso: non ha detto no, bensì nì che è quasi la stessa cosa e apre scenari diversi e molto contraddittori nella vicenda della rassegna “Navigare” – una fiera di successo dedicata alla motonautica – che ad ottobre dovrebbe essere ospitata finalmente nel suo scenario più congeniale: il lungomare. Che finora gli è stato negato.
Barche senza pontili
E la storia potrebbe ripetersi nonostante le assicurazioni ricevute. Il “nì”, infatti, è a sostegno di una risposta che potrebbe diventare “sì” solo se gli organizzatori accettassero di rinunciare all’installazione dei pontili galleggianti. O bella direte voi e le barche senza i pontili come galleggerebbero? Bella domanda, ma la risposta non rientra nelle competenze del Soprintendente che ha fatto spallucce rimandando per la quinta volta la decisione. A settembre nella migliore delle ipotesi, giusto quando il Soprintendente – come sottolinea con una punta dichiarata di malizia il presidente dell’associazione Nautica Regionale Campania, Gennaro Amato – andrà in pensione lasciando nelle mani del successore il cerino acceso della decisione, a meno di un mese dalla svolgimento di “Navigare”. La vicenda come le altre che l’hanno preceduta (ricordate la storia della grata di piazza Plebiscito?) provoca sconcerto e conferma l’abisso tra la citta reale, almeno di quella che si sforza di voler fare qualcosa, e lo squadrone della burocrazia che difende i suoi diritti anche a scapito delle esigenze della comunità.
Che fine farà Navigare? Domanda, anche questa, senza risposta, ma stavolta è in ballo anche la credibilità di Palazzo San Giacomo: il sindaco de Magistris, infatti, è sceso in campo e ha tuonato: Navigare si farà sul lungomare. Un vero e proprio braccio di ferro, insomma, che autorizza un minimio di speranza. “Il sindaco – dice ancora Amato – ha capito la valenza del settore che fattura quasi due miliardi di euro in Campania tra produttività cantieristica, filiera del settore, diportismo e turismo nautico e ha promesso che verrà in nostro soccorso e impedirà che si compia lo scempio”.
Una questione di scuola, insomma, con un pezzo di città che si oppone ad un altro con l’unico obiettivo di rinviare ogni decisione.
Il rischio di perdere la rassegna
Se si guarda ai tempi e ai modi che hanno scandito questa vicenda il concetto espresso diventa chiaro e preoccupante: il progetto iniziale di Navigare, infatti, ha subito ben quattro variazioni formali e sostanziali per ubbidire alle richieste dei tecnici della Soprintendenza: se tanto mi da tanto questo avviene solo quando c’è accordo (quasi) su tutto. Ad ogni variazione seguiva un breve rinvio e con il passo del gambero si è arrivati fino a questo punto. Ce la farà de Magistris? Restiamo prudenti e in attesa. “Navigare comunque aprirà a settembre, promette il presidente. Nel porticciolo del Circolo Posillipo, che è stata la sua casa ma ora non ce la fa a ospitare la rassegna che è cresciuta, o da qualche altra parte”. Cosa vuole dire? “È semplice, abbiamo ricevuto numerose proposte e abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, ma Navigare merita la sfilata spettacolare sul lungomare, sarà l’evento dell’autunno napoletano. Una delle città che si è fatta avanti per ospitare la rassegna è, udite udite, Bologna che non ha il mare ma ha uno straordinario fiuto per gli affari. Napoli, invece, ha solo il mare.