L’intervento del dottor Gonzalez su As: “Oggi si giocano 70 partite all’anno. Il riposo è essenziale. Una buona dormita è più efficace di un allenamento ma nessuno lo dice agli allenatori”
Non esiste la bacchetta magica
As completa la doppia pagina sugli infortuni muscolari al Real Madrid – ben sei dall’inizio di stagione, sotto accusa il preparatore Dupont – con un intervento del dottor José Gonzalez. Intervento i cui contenuti ricordano molto l’intervista che il Napolista fece la scorsa stagione allo staff del Napoli guidato dal preparatore Francesco Mauri.
Gonzalez parte dagli infortuni, ovviamente, e scrive: “è la conferma di quel che ho sempre sostenuto, non esiste la bacchetta magica per prevenire gli infortuni nel calcio professionistico. E tanto maggiore è il carico di lavoro, tanto maggiore sarà il numero di infortunati, nonostante tutte le misure preventive messe in campo. Chi sostiene il contrario – scrive il medico – è ancorato nell’ignoranza”.
La salute dei calciatori
Gonzalez scrive che “oggi nel calcio sono le esigenze fisiche sono decisamente aumentate e i calciatori ne pagheranno le conseguenze non solo nel presente ma anche in futuro a causa del grave deterioramento sia delle articolazioni sia del sistema cardiovascolare. Un tempo si giocavano 40 al massimo 50 partite in una stagione. Oggi ci sono calciatori che superato le partite. E i tempi di riposo tra le partite sono diminuiti”.
Si sofferma sul ritorno, sulla preparazione prima dell’inizio dell’attività agonistica e dice che il business prevale sullo sport, con amichevoli in giro per il mondo, lunghe attese negli aeroporti, cambi di orari e quindi dei pasti.
“Poiché i giocatori devono essere preparati fisicamente in pochi giorni, il carico di lavoro aumenta indiscriminatamente. A volte anche con tre allenamenti lo stesso giorno, ignorando completamente la fisiologia dello sforzo che invece sancisce che il riposo è essenziale per il recupero sia dell’apparato osteomuscolare che dell’apparato cardiorespiratorio. Il riposo – prosegue Gonzalez – è una parte importante delle prestazioni di uno sportivo. E all’interno del riposo il sonno è fondamentale per il recupero dello dopo uno sforzo faticoso. Il sonno favorisce il rilassamento muscolare, diminuisce l’attività cardiaca e consente un recupero dell’attività cerebrale. Ho detto tantissime volte che una buona dormita è molto più efficace di un buon allenamento. Ma nessuno sa dirlo all’allenatore di turno”.
I sintomi della iperattività fisica
Gonzalez prosegue: “Una iperattività fisica porta inesorabilmente alla stanchezza muscolare che esiste anche quando vediamo il calciatore continuare a correre. Sono altri i sintomi indiretti della fatica: l’imprecisione nel passaggio, le difficoltà nell’anticipo, difficoltà nel controllo di palla, scarsa capacità di smarcarsi, meno potenza nel salto, minore capacità di concentrazione e quindi difficoltà nell’applicare gli schemi di gioco”.
“Il miglior allenatore – prosegue – è colui il quale riesce a trovare il complicato equilibrio tra allenamento, competizione e riposo. Perché ci si allena per competere, non si compete per allenarsi”.
Gonzalez scrive che non riesce a capire come sia possibile che all’indomani delle partite notturne si possa fissare l’allenamento a mezzogiorno quando il calciatore ha dormito sì e no tra le tre e le cinque ore.
Per Gonzalez non c’è via d’uscita: “Se vogliamo aumentare il numero di partite, dovremo diminuire il numero di sessioni di allenamento e l’intensità. E questo perché non basta correre, ma correre bene e con i giusti tempi. Altrimenti uccideremo la gallina dalle uova d’oro, poiché accorceremo notevolmente la vita sportiva del giocatore di calcio, mettendo a repentaglio la sua salute futura”.