Lui, Mertens e Callejon tra le note positive, oltre alla modernità di Ancelotti. Male invece dietro, preoccupante l’inizio di Di Lorenzo, quel gol preso da Meret e il centrocampo filtra poco
Niente eccessi. Né di entusiasmo per i quattro goal fatti. Né di critica per i tre goal subiti. L’importante è aver iniziato il campionato vincendo.
Certamente dalla partita di Firenze emergono alcune evidenti considerazioni.
La prima è che se Insigne fosse per lucidità ed efficacia sempre quello visto a Firenze sarebbe per il Napoli il miglior acquisto possibile. Cambi di gioco sontuosi. Ritorni in copertura efficienti. Presenza di precisione chirurgica in zona goal quando occorre. E, vivaddio, niente sequela di tiri a giro. Con esecuzione stanca e ripetitiva. Con monotonia quasi impiegatizia. Ma uno shoot secco dal limite dell’area. Dritto per dritto. Che costringe il portiere viola ad una prodezza. Lorenzo a lungo sull’uscio di casa merita, dopo tante critiche, un moto di ammirazione. Speriamo continui così.
Ottimo anche Mertens. Cui va il grande merito di aver ribaltato l’incontro. E che non merita le squallide accuse di Montella di essere un cascatore. Il rigore può essere dato o meno. Certamente lo hanno rivisto al Var cento volte. E se è stato concesso vuol dire che le argomentazioni a favore superano quelle contrarie. Infine Callejon. Concentrato di sapienza calcistica come se ne sono visti raramente. Il suo tiro sul goal mi ha ricordato quelli (sull’altro palo) di Gigi Riva.
Ma un concentrato della sua intelligenza è nel fallo che si è andato a prendere al 93esimo.
E veniamo alle dolenti note. Il centrocampo fa poco filtro per “costituzione”. Zielinski (come Fabian) non ha il contrasto nelle sue corde. Se poi Allan non è ancora al top… se poi Allan gioca frenato perché ammonito…il problema diventa serio.
La difesa sembra ancora in rodaggio. Koulibaly ha, a mio avviso, responsabilità sul secondo (a proposito, caro Meret, Ospina lo avrebbe parato di piede) e terzo goal. Evidente e giustificabile il suo ritardo di condizione. E la scarsa intesa con Manolas. Di Lorenzo letteralmente (e ripetutamente) bevuto da Chiesa francamente mi ha preoccupato. Certamente pronto ed efficace a proporsi in avanti però è sempre un terzino. E forse va giudicato innanzitutto per come difende.
Voglio chiudere con un elogio della modernità di Ancelotti. Che sta cercando di costruire una squadra con mentalità e gioco europei. Dove i calciatori non vengano valutati per quanto poco sbagliano ma per quanto molto propongono. I vecchi catenacciari come me (o come Sergio Bagnulo, Lucio Parlato… e tanti altri vecchi rosicatori come me) sono portati a storcere il naso. Ma il calcio moderno, dobbiamo accettarlo, è questo. Poca specializzazione. Capacità di prendere rischi. E sfrontatezza nell’impostare il gioco. Poco importa se poi prendi un goal che con Brugnich e Facchetti non avresti mai preso.
Forse la Juve di Allegri che maramaldeggiava in Italia ha sempre fallito in Europa proprio per una scelta di gioco asfittica. Chi sa! E forse anche per questo la scelta di Sarri.
In tale ottica sono curiosissimo di vedere come sarà utilizzato Lozano. Funzionale alla modernizzazione che insegue Ancelotti.
Chi gli farà posto? Zielinski? La squadra lo metabolizzerà rapidamente? Quello che è certo, è che ci sono tutte le premesse per divertirci.