«Quella intercettazione? Pasquale non è poliziotto né magistrato. Nessuna fonte ufficiale mi ha detto che la bomba non era destinata al mio locale. Credo di aver fatto molto per il rilancio di Napoli»

Ho fatto molto per riqualificare i Tribunali
«Credo di avere fatto molto per riqualificare la zona dei Tribunali, di avere dato un contributo importante al rilancio di Napoli. Invece ora mi ritrovo a essere insultato e minacciato».
Comincia così l’articolo di oggi del Corriere del Mezzogiorno che domenica scorsa aveva pubblicato “la notizia, contenuta in atti giudiziari, che la bomba esplosa lo scorso gennaio davanti alla sua pizzeria di via Tribunali era diretta probabilmente ad altri: alla famiglia Esposito, che abita nello stesso palazzo e gestisce un altro locale nella zona di piazza San Gaetano. Da allora sui social si sono scatenati gli haters, che gliene hanno dette di tutti i colori”.
Pasquale è un mio dipendente, non è un magistrato né un poliziotto
E c’è un’intercettazione telefonica – scrive ancora il Corrmezz – contenuta nell’ordine di fermo notificato a tre persone accusate di estorsione nei confronti degli Esposito, a far pensare che Sorbillo sapesse di non essere il destinatario dell’ordigno. Si tratta di un colloquio con un dipendente, Pasquale Gueli, che ha raccolto la voce che gira nel quartiere e gliela riferisce: «Non era a te. Hanno sbagliato».
Oggi Sorbillo spiega:
«Pasquale — spiega Sorbillo — è un mio dipendente, non un poliziotto, non un magistrato. Nessuna fonte ufficiale mi ha mai detto che la bomba non era destinata al mio locale. Anzi, sono stato io a dirgli di riferire alla polizia la voce che aveva raccolto, proprio perché io sono per la trasparenza e la legalità. Se avessi voluto, gli avrei detto: “Non dire niente a nessuno, tieniti questa informazione per te”. Invece ho fatto il contrario».
Il Corriere del Mezzogiorno prosegue e ricorda che “le indagini sull’attentato di gennaio sono ancora in corso e dunque la Procura non ha ancora individuato i responsabili. C’è una traccia che i pm Celeste Carrano e Urbano Mozzillo stanno seguendo: nei prossimi mesi si potrebbe arrivare alla svolta. Nell’attesa, però, soprattutto sui social in molti si stanno scatenando contro il giovane imprenditore della ristorazione e la sua famiglia”.
«Non posso accettarlo — sottolinea Sorbillo —, per questo ho dato mandato ai miei legali, avvocati Sergio Perugino e Alessandro Limatola, di agire per tutelarmi in sede civile e penale».
Al Corrmezz conferma di non avere dubbi che quella bomba fosse destinata al proprio locale:
Dal video delle telecamere di sorveglianza appare evidente. Non mi sembra proprio, come dice il mio dipendente alla poliziotta in una telefonata intercettata, che l’attentatore abbia sbagliato la mira, che in realtà volesse colpire il balcone di un’altra famiglia. Del resto ci sono mille motivi per i quali io potevo essere nel mirino: l’odio dei tifosi razzisti per aver difeso Koulibaly, l’ostilità di qualche concorrente scorretto, il contrasto alle cosche criminali, in particolare ai Mazzarella… Attendo con fiducia che la polizia e la magistratura facciano il loro lavoro.