Editoriale in prima pagina sull’edizione bolognese del Corsport tra il veterinario ultrà, un dirigente del Bologna e la voglia di andare a trovare Sinisa in ospedale

“Dimentica, è stata una tempesta social”
Il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni è tornato sulla vicenda Mihajlovic. Lo ha fatto nell’edizione bolognese del quotidiano (lì si chiama Stadio) con un editoriale in prima pagina intitolato “Sinisa, Stadio, il Bologna e le verità nascoste”.
Zazzaroni comincia così: «Mi ripetono: “dimentica, è stata solo una tempesta social, ormai non ne parla più nessuno, i leoni da tastiera hanno trovato altre prede da azzannare”».
Prosegue dicendo che non ci riesce a far finta di niente, per quattro ragioni: “l’amicizia di Sinisa, lui in ospedale, la mia gente e il mio Bologna”. Cita i quattro colleghi che pubblicamente gli hanno testimonuatfo solidariet: Selvaggia Lucarelli, Sconcerti, Italo Cucci, Barbano.
Ricorda la decisione – sorprendente – dell’Ordine dei giornalisti di Bologna di avviare un’indagine che si è chiusa con la decisione non aprire alcun procedimento nei suoi confronti.
“Non devo più presentarmi a Bologna”
Eppure – scrive – “non riesco ad andare oltre: impossibile dimenticare chi mi ha accusato di aver tradito una confidenza di Sinisa (mai fatto) e di aver rivelato la malattia (mai fatto: sarebbe bastato leggere l’articolo prima di postare porcherie); penso anche a tale C.F. Che a un collega ha detto che non devo più presentarmi a Bologna. Ho provato a contattarlo per un chiarimento, il veterinario ultrà: si è negato appellandosi a un articolo di due anni fa nel quale Stadio avrebbe criticato una parte della curva”.
“Nessuno – prosegue – può vietarmi la mia città, i miei affetti, il mio stadio, l’amore per la mia squadra che ha oltre mezzo secolo. Così come nessuno può permettersi di provare a incrinare il rapporto ultrasettantennale tra Stadio e il Bologna: un dirigente ci sta provando, ma i dirigenti passano, il Bologna resta”.
Conclude;: “Non passa giorno che non pensi a Sinisa (l’unico errore che mi rimprovero, non aver saputo valutare fino in fondo il suo momento, ma l’amicizia dovrebbe riguardare solo noi due): qualche scambio di messaggi, la voglia di andarlo a trovare. Solo lui può aiutarmi i non a dimenticare, ma ad andare oltre. Anche per questo sogno uno scoop autentico. L’altro non lo era, non voleva né poteva esserlo -: mi piacerebbe anticipare la notizia della sua totale guarigione e del suo ritorno in famiglia e in panchina”.