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Ziliani: Pradè e Petrachi, i ds che lavorano per il club facendo bisboccia con i compagni di merende

Sul Fatto Quotidiano lo definisce il nuovo gioco del mercato: Il club e la confraternita. La prassi quotidiana è dare un colpo al cerchio e uno alla botte

Ziliani: Pradè e Petrachi, i ds che lavorano per il club facendo bisboccia con i compagni di merende

Nella sua consueta rubrica del lunedì sul Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani parla del gioco del momento, “Il club e la confraternita”. Ovvero, spiega,

“come lavorare per il tuo club facendo bisboccia con i compagni di merende e vivendo tutti felici e contenti”

Si riferisce a Pradè e Petrachi e al loro operato sul mercato. Entrambi dimostrano che dare un colpo al cerchio e uno alla botte è diventata prassi quotidiana.

Prendiamo il caso della Fiorentina. Commisso ha richiamato da Udine Pradè, dandogli l’incarico di ds lo scorso giugno.

Daniele Pradè è romano, all’Udinese si è distinto

“soprattutto per l’acquisto del figlio di Matteo Renzi, Francesco, autore di una non indimenticabile stagione nella Primavera bianconera. Pradè a Firenze è bene introdotto e benedetto dall’alto”.

A lui il nuovo patron della Fiorentina ha affidato le chiavi del mercato e Pradè, come prima cosa, ha acquistato dal Sassuolo l’esterno difensivo spagnolo Pol Lirola, per 15 milioni. E insieme a lui Kevin Prince Boateng, centrocampista 32enne con un biennale.

Intanto, con Carnevali, “ras del Sassuolo” tratta anche l’affare Berardi, “dopo aver alzato l’asticella del prezzo a 30 milioni”.

Pradè è amico anche di Sabatini, del Bologna, da cui ha prelevato il cileno Pulgar per 10 milioni. Ed è amico anche del procuratore di Badelj, Lucci. E infatti si accaparra anche il croato, in attesa del colpo vero, che riguarda Suso.

E poiché Chiesa scalpita perché vuole andare alla Juve ma se ci riuscisse i tifosi si rivolterebbero contro il club, Pradè porta a casa lo “zuccherino” Ribery,

“campione vero ma 36enne, uno che gioca nell’identico ruolo e con le stesse caratteristiche di Chiesa, per capirci”.

E’ quest il gioco del “club e la confraternita”, che impazza tra gli operatori di mercato

“e chisseneimporta se la confraternita – come quella di Pastorello che in quanto agente di Conte porta all’Inter il proprio assistito Lukaku con l’aggiunta di Lazaro – diventa a volte più importante del club”.

Stesso discorso per Gianluca Petrachi, pure lui arrivato a giugno, ma alla Roma. Veniva dal Torino di Cairo e anche lui, scrive Ziliani, ha “una confraternita niente male”.

“Prim’ancora di vedere il Colosseo apre all’arrivo del costosissimo bomber juventino Higuain (“Sarà il nuovo Batistuta”, assicura), preleva dalla Juve Spinazzola per 29,5 milioni barattandolo con Pellegrini e tratta, sempre con la Real Casa, l’acquisto di Rugani per 30 milioni più due giovani Primavera di cui uno, Alessio Riccardi, 18 anni, bravo al punto d’aver strappato un ingaggio di 250 mila euro già aumentato a 500 mila. E sì, avete capito bene, Petrachi è il d.g. della Roma, non della Juventus”.

E infine, scrive Ziliani, non si deve dimenticare quanto accaduto l’estate scorsa:

“ci fu un operatore di mercato che consigliò a lungo la Roma, allora nelle mani di Monchi, di mettere sotto contratto a zero lire (era a scadenza di contratto) il portiere dell’Espanyol Pau Lopez. La Roma non lo fece; Pau Lopez firmò un quinquennale col Betis. A distanza di un anno, Petrachi lo ha portato a Roma al costo di 23,5 milioni. Quando si dice cogli l’attimo…”

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