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Giornata di ordinario fascismo a Roma con la coreografia gigante per Diabolik

Juventus-Napoli, non bastano due whisky per dormire. La mano di Sarri non si vede, le idee di Ancelotti sono confuse

Giornata di ordinario fascismo a Roma con la coreografia gigante per Diabolik

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 2° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2019-20

La notte non vuole venire.
Due torbati non bastano.
Non basta l’interminabile smanettare messaggi con amici come me sconvolti, a far sbollire la collera zagogna.
A scacciare i mille scorpioni apprettatori che mi mangiano la testa.
E il cuscino è una pietra.
Che partita folle!

Gli equilibri saltano presto.
Primo goal da parrocchia.
Su angolo di Goulham, il Pibe di Fratta colpisce Khedira e dà l’avvio al fulmineo contropiede. Cinque juventini contro il solo Allanaladin.
Roba che manco la Virtus Puteolana.

Poi per un’ora è monologo ergastolano.
Napoli letteralmente allo sbando. C’è aria di disfatta.
Ma nella ripresa le cose cambiano. Calano di colpo gli avversari.
Ma soprattutto c’è più coerenza con i cambi e con un centrocampo a quattro.

Tre goal in rimonta. Tre goal. Tutti e tre dei nuovi arrivati. Tre goal allo Stadium. Tanta roba. Un’impresa pazzesca.

Poi arriva fatale il minuto 92.
L’Imperatore nero decide di cancellare la mitologia di quel 22 aprile storico.
Ed è beffa.

La mano del Sor Tuta non si vede ancora. Ma il culo di Acciu c’è tutto.

Due torbati non bastano.
Ne faccia uso anche l’Agnolotto e veda di schiarirsi le idee. Che al momento sembrano alquanto confuse.

E’ una giornata che inneggia alla pazzia.
Il calcio italiano è cambiato.
Basta con la tattica esasperata. Tanti goal e tanto divertimento.

Che grinta e che cuore questo Toro!
Una squadra che ha due huevos così.
Mazzarri ha plasmato un gruppo con una mentalità e un’intensità da apache di Pigalle piuttosto che dell’Arizona, i quali – si sa – erano mitissimi.

Passa al Tardini contro la Dea e vola in testa a punteggio pieno insieme a Juve e Inter.
Gran prova di cuore e di carattere dei granata, capaci di vincere dopo esser stati rimontati. Grande Sirigu, ma prova grintosa da parte di tutti.

Ottimo esordio casalingo per i Grifagni grifoni dell’amato nonno Aurelio, che batte i giovani stilnovisti di Montella e conferma le note positive che viste già nella gara dell’Olimpico contro i Sangue-Oro.

L’eroe del giorno è, senza ombra di dubbio, Domenico Berardi, campioncino calabro da sempre atteso e mai esploso.
La sua tripletta nei primi 45′ stende i Ciclisti dello spaesato e incredulo Eusebio da Pescara.

Bella giornata di goal che offre l’illusione di un calcio italiano proiettato in Europa.

Purtroppo si è costretti a ritornare su altri argomenti.
Quelli che uccidono il calcio.

Al Sardinia Arena, Romelu Lukaku si prepara a tirare un rigore e viene sommerso dai cori razzisti.
Stesso stadio, stessa curva, stessi tifosi e stessi cori di sempre.
Stessa indifferenza delle istituzioni.

Molto più grave quanto avviene all’Olimpico.

La curva laziale dedica un’imponente coreografia al criminale neofascista Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, signore della droga ucciso in un regolamento di conti.

Un’altra giornata di ordinario fascismo a Roma.

Tutto avviene sotto gli occhi compiacenti e arrendevoli delle forze dell’ordine.
Le quali forze dell’ordine intanto vietano e immediatamente rimuovono gli striscioni con il volto di Federico Aldrovandi.

Eppure questo Derby è da raccontare. Perché è stato un bel Derby.

Più pali che giocatori in campo.

Primo tempo spettacolare.

Alla fine il pari scontenta un po’ gli Aquilotti apparsi più squadra.
Ma devono essere più precisa nei tiri.
Non puoi fare 23 tiri in porta e segnare un solo gol.

Oggi si chiude il calciomercato. E PD e M5S non hanno ancora trovato l’intesa.

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