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Schwazer, la perizia dei Ris dimostrerebbe l’esistenza di un complotto

Ieri Tuttosport ha riportato un’anticipazione della perizia del Ris di Parma: urine manipolate e eccesso di Dna nel campione controllato. Giovedì l’udienza

Giovedì, a Bolzano, ci sarà l’udienza per l’incidente probatorio nel processo doping ad Alex Schwazer.

Ieri Tuttosport ha pubblicato una anticipazione clamorosa che potrebbe dare alla vicenda un corso completamente inaspettato e clamoroso.

La perizia del Ris di Parma proverebbe che le provette analizzate a suo tempo dal laboratorio tedesco di Colonia sarebbero state manipolate. I risultati non sarebbero spiegabili fisiologicamente.

Nelle provette, inoltre, ci sarebbe un’abnorme concentrazione di Dna di Schwazer. Cosa abbastanza strana visto che, a distanza di anni, il Dna “degrada” drasticamente, presentando sempre valori molto più bassi.

Per il Ris, anche in questo caso la spiegazione non può essere fisiologica, per cui rimanda approfondimenti e valutazioni al gip Walter Pelino.

Schwazer, squalificato per 8 anni e costretto ad abbandonare l’atletica è sempre stato convinto, con il suo allenatore Sandro Donati, che fosse stato messo in atto un complotto.

Del resto, scrive il Corriere della Sera, gli avvenimenti che si sono verificati nei sei mesi precedenti la scoperta della positività hanno sempre suscitato diversi interrogativi.

“La decisione della Iaaf di predisporre un controllo a sorpresa per Schwazer l’1 gennaio 2016 un’ora dopo la deposizione del 15 dicembre 2015 al tribunale di Bolzano durante la quale il marciatore accusò i medici italiani Fischetto e Fiorella. La dicitura «Racines» (il piccolo paese di Schwazer) riportata sulle provette che rendeva immediatamente identificabile l’atleta controllato. Oppure i rifiuti e poi i tentativi maldestri del laboratorio di Colonia di ostacolare la raccolta delle provette da parte del Ris e tanto altro ancora”.

Giovedì, forse, scopriremo la verità. Intanto Attilio Bolzoni su la Repubblica

Una trappola, anzi una doppia trappola. Una preparata con cura contro il “drogato” di Londra e un’ altra tesa contro il suo allenatore Sandro Donati, una vita a combattere il doping in ogni angolo del mondo, una vita controvento nei gironi infernali dell’ atletica più sporca. Gliel’ hanno fatta pagare.

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