Il Barcellona torna nella città magica. Nel 92, dopo una sconfitta, disse: «L’ambiente influenza. Perché il pallone non è entrato? L’entorno si riverbera sui miei uomini»
Cruyff, il Barcellona e l’entorno. La squadra torna a Praga (stasera per la Champions). E la memoria dei catalani, e non solo, non può non andare al primo aprile 1992. Quando Johan Cruyff buttò giù un altro muro del calcio, stavolta non relativo al campo di calcio ma alla comunicazione. Oggi ne scrive il quotidiano spagnolo La Vanguardia, ricordando innanzitutto che il Barça non giocherà nello stesso stadio: stasera affronterà lo Slavia, allora giocò contro lo Sparta.
Praga è stata la culla di uno dei concetti di maggior successo nella storia del Barça: l’ambiente, quel rumore etereo, non sempre esterno, che soffia affinché la palla entri… o non entri.
Che cos’è l’entorno? È il pubblico, sono i soci. È la classe politica che vuole influenzare. Sono i media. È la dirigenza del club e i suoi oppositori. E oggi anche i social. Scrive La Vanguardia
Il 1° aprile 1992, il Barcellona, che era privo di Stoichkov squalificato, aveva bisogno di un punto a Praga per qualificarsi per la finale di Coppa dei Campioni che quell’anno si articolò in gironi. Ma perse 1-0 contro lo Sparta. Siegl segnò al 67esimo; prima Salinas, per due volte, poi Begiristain e Laudrup fallirono le occasioni per pareggiare.
La Vanguardia ricorda che
Cruyff era solito utilizzare le conferenze stampa per lanciare messaggi, frecciate. Dopo la sconfitta, il tecnico olandese sciolse la lingua, ma non contro i suoi giocatori. “C’è un ambiente che influenza e se non fosse così il Barcellona vincerebbe molti titoli in più. Perché la squadra non ha funzionato? Perché i giocatori non sanno più giocare? Perché il pallone non è entrato? L’entorno si riverbera sui miei uomini. Se le cose non si risolvono, finiremo male” e tornò a ripetere il termine entorno.
A Cruyff – ricorda il quotidiano – è sempre stato riconosciuto di aver cambiato la mentalità vittimistica del club, ma quel giorno si lamentò di un eccesso di euforia da parte di chi stava già pianificando il viaggio a Londra per la finale di Wembley (che poi il Barça disputò e vinse contro la Sampdoria: prima Coppa dei Campioni del club).
Va anche ricordato che il tiro alla fune tra Cruyff e il presidente era già latente perché Núñez rifiutò di nominarlo manager in stile inglese.
“Se continua così – disse -, è difficile per questo club riuscire in futuro. Abbiamo una linea retta nello spogliatoio, non in altri settori. La soluzione è nell’organizzazione, non nello spogliatoio
e la prova è che allenatori e giocatori di un migliaio di paesi sono passati da qui e questo problema non è stato risolto in 30 anni”.