Non è un caso che arrivi alla vigilia di Inter-Juve. “Vogliamo anche lo scudetto che non avete vinto sul campo” sembrano dire i bianconeri

Non è un caso che il ricorso della Juve al Collegio di garanzia dello Sport arrivi proprio mentre fervono i preparativi per la partita contro l’Inter a San Siro, scrive Roberto Perrone sul Corriere dello Sport.
Una vicenda che si trascina dal 2010, quando Andrea Agnelli ha preso possesso del club. Addirittura la prima causa fu presentata il 10 maggio, nove giorni prima che il giovane Agnelli diventasse presidente.
Il ricorso va letto su due piani, scrive Perrone, uno interno e uno esterno al club. Dal punto di vista interno, sere a dimostrare ai tifosi, non solo agli ultrà, scontenti della denuncia contro i ricatti di parte della curva bianconera, che i dirigenti della Juve sono sempre presenti quando si tratta di combattere per difendere l’onore della bandiera.
Ma è il piano esterno ad essere più interessante. Inter-Juventus che si giocherà il 6 ottobre non è una partita come le altre. I nemici, stavolta, sono Marotta e Conte, due ex. In un anno in cui il pericolo più forte rispetto allo scudetto viene proprio da Milano.
“La Juve non vuole mai perdere, però nell’anno sociale 2019-20 il mai è urlato più forte, soprattutto se a battere Madama dovesse esser quest’Inter juventinizzata. E quindi il ricorso, più che puntare a una revisione delle decisioni del 2006, che mai andrà a buon fine, è diretta ad affermare il proprio cannibalismo, a far sentire la voce del padrone, a mettere pressione all’Inter con l’idea che la Juventus non molla nulla, neanche uno scudetto a tavolino di ormai 13 anni fa”.
Il messaggio che si legge tra le righe della causa juventina, scrive Perrone, è questo:
“Eppure teniamo anche a quello, eppure vi sbattiamo in faccia il fatto che non l’avete vinto sul campo”.
La Juve vuole restare davanti all’inter, che adesso la precede in classifica.
“E’ pronta ad utilizzare ogni mezzo, pallone e marche da bollo, per ripristinare la grandeur sabauda”